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A pochi anni dalla scomparsa, ecco la prima monografia dedicata a Plinio De Martiis che ha contribuito con la sua celebre Galleria La Tartaruga a diradare, com'era nello stile della beat generation della quale lui era parte, l'aria di conformismo che si respirava nel nostro Paese.
Con "L'Arte e la Tartaruga: omaggio a Plinio De Martiis", il Museo d'Arte Moderna "Vittoria Colonna" di Pescara ospita un evento di straordinario valore che costituisce una testimonianza qualificata di una delle stagioni più feconde della vita culturale romana tra gli anni cinquanta e settanta, di cui Plinio De Martiis fu un poliedrico protagonista nelle attività di fotografo, gallerista, editore, organizzatore e coltivatore di talenti.Sfogliando le pagine di questo catalogo si trovano accostate le opere di tanti artisti che hanno segnato con la loro orma la pittura della seconda metà del Novecento e che alla Tartaruga avevano trovato la dimensione elettiva per l'espressione del loro geniale talento, Accardi, Kline, Schifano, Twombly e Warhol per citarne alcuni.Questo vulcanico abruzzese, poco più che trentenne, pur proveniente dalla provincia, senza alcun imbarazzo aveva rapidamente scoperto e assimilato il gusto e l'ebbrezza del vivere di slancio, in una Roma tanto frenetica che avrebbe anche potuto stordire chiunque si fosse limitato solo a osservarla.Non fu così per lui, che quella Roma degli anni cinquanta-sessanta non solo non si limitava a osservarla ma la viveva e caratterizzava in tutte le sue sfumature.De Martiis infatti scoprì e fece apprezzare un'intera generazione di giovani artisti italiani che nella sua galleria trovarono prima accoglienza e poi anche consacrazione.Ma la scelta che realizzò a pieno la sua fertilità culturale fu senza dubbio quella di far conoscere la Pop Art americana. Si trattò di un'autentica svolta, anche se oggi, a tanti anni di distanza, forse non se ne può cogliere appieno tutta la dirompente innovazione, che del resto trovò incomprensioni anche allora.Insomma, nella vicenda di Plinio De Martiis è possibile leggere la storia stessa dell'arte contemporanea con i suoi miti e le sue leggende, che lui stesso, dopo averle alimentate, ha contribuito a tramandare attraverso i suoi celebri fotogrammi.
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