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Caro collega. Lettere a compositori, direttori d'orchestra, intendenti teatrali - Gustav Mahler - copertina
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Caro collega. Lettere a compositori, direttori d'orchestra, intendenti teatrali

Descrizione


Prezioso epistolario a una voce, "Caro collega" custodisce le lettere che Gustav Mahler inviò, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, a personalità come Bruckner, Dvorak, Strauss, Busoni, Schönberg, Walter, Bülow e Cosima Wagner. Sono lettere intense, che costantemente fondono vita e arte, preoccupazioni professionali e riflessioni estetiche, e che hanno il dono prodigioso di far rivivere al lettore la storia di uno dei musicisti che più hanno segnato la contemporaneità e di proiettarlo nell'articolata vita musicale della colta élite mitteleuropea di fine Ottocento. In questa corrispondenza, che si estende dagli anni dell'apprendistato fino al grande successo americano della Metropolitan Opera House, si sente vibrare la voce di Mahler: velata di timidezza ma pregna del più sincero entusiasmo nei primi anni di carriera, quando ventenne si presenta al mondo della musica, si fa di lettera in lettera sempre più sicura nel gestire i continui problemi e imprevisti che un affermato direttore d'orchestra deve affrontare: dalla scelta dei cantanti ai rapporti con i colleghi, dalla richiesta di consigli e informazioni alle relazioni con istituzioni, giornalisti e mecenati. Accompagnate da un rigoroso apparato critico che restituisce il substrato di uno dei periodi più fecondi della storia della musica, queste lettere avvincono per la forza con cui da ogni riga traspaiono, inconfondibili, il garbo dell'intellettuale, la passione del direttore d'orchestra, l'intraprendenza del direttore di teatro e soprattutto la grandezza poliedrica del compositore, che nemmeno di fronte alle pur pressanti esigenze economiche impostegli dal suo ruolo viene meno alla fedeltà all'arte e al genio dell'ispirazione che sempre lo contraddistinse.
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Dettagli

2017
9 febbraio 2017
436 p., Brossura
9788842820635

Voce della critica

[…] In 237 lettere di Gustav Mahler si presenta il direttore artistico e virtuoso del podio, un musicista completo che persegue […] un ideale estetico di perfezione assoluta che dovette spesso scontrarsi con la realtà teatrale e le sue esigenze commerciali. La produzione letteraria mahleriana è enorme, anche se egli non affidò alla penna trattazioni sistematiche à la Wagner, ma piuttosto osservazioni fulminanti e chiarificatrici della natura delle opere eseguite e degli intenti perseguiti. Quello che più affascina è la capacità di Mahler di ascendere, con implacabile determinazione, fino alla direzione artistica della Hofoper viennese. Qui Mahler realizzò una riforma teatrale passata alla storia, con produzioni leggendarie quali Tristan und Isolde, Fidelio, Così fan tutte e, […] Iphigenie in Aulis. Nell’epistolario, spaccato di vita teatrale quotidiana […], spiccano le lettere al “collega” Richard Strauss […]. Di notevole interesse sono le lettere a quel monumento nazionale che fu il compositore Ferenc Erkel, ma anche quelle a Hans von Bülow. Bülow […] fu uno dei padri della direzione d’orchestra moderna e intrattenne un rapporto intimo e affabile con il giovane collega del quale tuttavia non apprezzava affatto la musica.? Fondamentali sono anche le lettere che descrivono l’immensa, complicatissima macchina della prima esecuzione dell’Ottava sinfonia, la cui esecuzione […] segnò il trionfo più grande di un compositore ormai segnato dalla morte […]. Impressionante, in quest’uomo fermamente convinto che l’anima dell’uomo debba trascendere continuamente le limitazioni empiriche, è l’energia profusa negli anni di Amburgo: arrivò allora a dirigere una quantità di rappresentazioni teatrali che oggi nessun direttore oserebbe neppure immaginare. A Vienna durante le prime tre stagioni diresse trentasette opere, spesso senza neppure una prova. Straordinari sono pure l’apertura verso la Neue Musik del giovane Schönberg e l’impegno profuso per la diffusione di novità: è il caso della detestata Bohème di Leoncavallo, sulla quale non lesina giudizi impietosi […]. In questo percorso frenetico […] ci si imbatte di continuo in personalità di spicco, come quelle di Bruckner o Dvorák, ma anche in geniali colleghi, spesso rivali, come l’inviso Arturo Toscanini. Il Mahler compositore non resta tuttavia affatto in penombra […]. Il suo inesausto engagement per la musica propria e altrui, è parte consustanziale della personalità di Mahler. La musica del quale, come osservò Adorno, si alimenta al fuoco di un contatto quotidiano e ininterrotto con l’orchestra: Kapellmeister e compositore formano un binomio inscindibile.

Recensione di Alberto Fassone

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Conosci l'autore

Gustav Mahler

1860, Kalistê, Boemia

Compositore e direttore d'orchestra austriaco. Il direttore d'orchestra. Figlio di un piccolo commerciante ebreo, iniziò giovanissimo gli studi musicali, che portò a termine fra il 1875 e il '78 presso il conservatorio di Vienna. Nel 1880 iniziò la carriera di direttore d'orchestra, che doveva condurlo attraverso numerosi teatri d'opera: Bad Hall (1880), Lubiana (1882), Olomouc (Olmütz, 1883), Kassel (1883-85), Praga (1885-86), Lipsia (1886-88 come sostituto di Nikisch; qui, fra l'altro, terminò, strumentò e fece rappresentare l'opera incompiuta di Weber Die drei Pintos), Budapest (1888-91), Amburgo (1891-97). Nel 1897 venne nominato direttore all'Opera di Vienna, dove restò per dieci anni, che divennero mitici nella storia dell'illustre teatro...

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