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Anno edizione: 2001
Anno edizione: 2003
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Il libro (del 1969) narra le vicissitudini, sull’arco di un anno (dal 1968), di 4 chirurghi, l’anziano Harland Longwood (capo-divisione), Rafael Meomartino (suo braccio destro) e due giovani assistenti-apprendisti Adam Silverstone (di razza bianca) e Spurgeon Robinson (un negro), al Suffolk County General Hospital di Boston. Sono anni di fervida attività in campo chirurgico, soprattutto per trapianti (di rene) divenuti popolari ma con forti crisi di rigetto anche alla presenza di forti dosi d’immuno-soppressori. Le ricerche per migliorare la sopravvivenza dei trapianti (e per altri numerosi interventi) si mescolano alla vita privata dei 4 protagonisti, in particolar modo di Silverstone e di Robinson, che sono delineati quasi come gli eroi del proemio dell’Orlando Furioso di Ariosto: “le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto … Non tutto finisce bene e spesso i pazienti muoiono. E’ istituito una specie di tribunale d’inquisizione che deve giudicare l’operato del chirurgo che non ha potuto evitare queste morti e deve giudicarlo e assolverlo o condannarlo. La valenza positiva di questo romanzo è il mettere a nudo le gravi carenze del sistema sanitario nazionale che, in USA, non è mai stato a favore delle classi deboli e dei poveri non in grado di pagarsi l’assicurazione. Ci sono assonanze con Dr. Arrowsmith, il famoso romanzo di S. Lewis, da cui fu pure tratto un film. Potrebbe essere stato fonte d’ispirazione per Gordon. Non ritengo che sia di grande interesse al di fuori della ristretta cerchia di appassionati di medicina, compresi gli studenti di questa materia. E’ troppo ricco di dettagli sia di medicina sia di farmacologia. In compenso, questo romanzo è stato il trampolino di lancio dell’avvincente saga dei Cole, ad iniziare dal superbo tomo di Medicus (pubblicato nel 1989, 20 anni dopo!), l’indiscusso capolavoro di Gordon.
Senza infamia e senza lode, nè bello nè brutto, nè noioso nè avvincente. Migliore la prima parte che poi lascia spazio ad una seconda francamente deludente, in cui le storie personali dei protagonisti sembrano quelle di un serial tv a basso costo. Per certi aspetti puerile. D quei testi commerciali che ti lasciano come ti hanno trovato.
Dire un bel libro è poco. Una lettura che non dovrebbe mancare a chi della medicina ha fatto una professione o chi questa strada pensa di intraprendere. Un libro piacevole e intenso, capace di trasportare il lettore dentro le situazioni, i colori i profumi e i paesaggi creati magistralmente dall'autore.
Recensioni
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