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Forse il titolo non è dei più belli o semplicemente un po' troppo solenne per questa sorta di dizionario filosofico personale, la cui tassonomia risponde esclusivamente agli imperativi dell'alfabeto e delle passioni dell'autore. Di Carlos Fuentes, grande protagonista del boom della narrativa ispano-americana giunto con imperdonabile ritardo nelle nostre librerie (se si eccettuano le pubblicazioni, avvenute negli anni sessanta, e poi dimenticate, dei suoi primi romanzi), Il Saggiatore ha ripreso, a partire dalla fine degli anni novanta, quasi tutta la vastissima opera. Così, nei lettori ormai affezionati, potrebbe nascere la curiosità di consultare - perché così va fatto con questo genere di testi - l'interessante serie di riflessioni dello scrittore messicano scegliendo fra i temi più disparati.
Disertando provvisoriamente l'ordine alfabetico che conferisce loro l'affascinante impronta dell'enumerazione caotica, mi permetto di raccogliere i quaranta argomenti declinati dal "credo" di Fuentes in quattro sottogruppi o filoni. In primo luogo, rimandano a illustri precedenti - si pensi ai Saggi di Montaigne e più ancora al Dizionario filosofico di Voltaire - le voci attinenti alla filosofia o a temi di carattere esistenziale quali Dio, Libertà, Felicità, Morte e Tempo, così come i più ameni, ma non meno frequentati da altri catalogatori più recenti (ad esempio, Galimberti), di Amicizia, Amore, Bellezza, Gelosia e Sesso. In secondo luogo si possono annoverare le voci che celebrano gli autori e le opere più amati da Fuentes in letteratura (Balzac, Faulkner, Kafka, Shakespeare, Don Chisciotte, Odissea), in pittura (Velázquez) o nel cinema (Buñuel). Un terzo raggruppamento è costituito da argomenti di interesse teologico, storico e di attualità socio-politica (Historia magistrae vitae, Jesus Filus Dei, Globalizzazione, Istruzione, Politica, Rivoluzione, Sinistra, Xenofobia), dove alla nota preoccupazione di Fuentes per le problematiche inerenti al destino dell'America Latina e alla definizione dell'identità dei suoi popoli è riservato un ruolo centrale. Nell'approccio dell'autore, infatti, ogni disagio o mancanza attuale è in qualche misura conseguenza di un concatenarsi di gesta e di eventi scellerati riconducibili all'atto stesso di fondazione di questa realtà, cinquecento anni fa. In quarto e ultimo luogo, alcune voci di questo appassionato dizionario si fanno intime al punto da esplorare genealogie personali e ricordi, confessioni inattese di un autore che ha sempre tenuto l'autobiografia al margine di un'opera narrativa di grande respiro, che nel suo complesso ha inteso comporre un ambizioso affresco storico e sociale del suo amato Messico (al punto da raccoglierla, balzachianamente, sotto l'unico grande titolo di La Edad del Tiempo ).
Come in tutte le enumerazioni caotiche che si rispettino, anche qui l'attenzione e la curiosità del lettore sono tenute vive proprio dalla classificazione alfabetica che permette una disinvolta alternanza di riflessioni dal tono contrastante. Dall'esplorazione del valore dell'esperienza umana che porta alla domanda sul rapporto fra libertà e destino (Esperienza), al doloroso resoconto del proprio rapporto conflittuale con i tre figli ricompostosi alla morte di uno di essi (Figli); da un dialogo alla maniera platonica sugli assurdi impliciti nella postulazione dell'esistenza di un dio (Dio), alle battute ironiche e categoriche che l'autore ha raccolto nella sua frequentazione del regista Buñuel (come la famosa: "Grazie a Dio sono ateo"); da un vero e proprio decalogo di un buon uso della tecnologia informatica e dei media in un mondo globalizzato (Globalizzazione), a un'impudica dichiarazione d'amore alla seconda moglie Silvia (Silvia), che soddisfa il lettore più curioso di un'intimità difficile da immaginare dietro la figura un po' altera dell'enciclopedico scrittore giunto ormai alla soglia degli ottant'anni. Perché questo permette a un autore di offrire, senza scadere nella presunzione, una rubrica simile di pensieri spuri: l'aver raggiunto quell'età la cui prerogativa è di poter guardare alla vita come uno spettatore emozionato ma consapevole che per lui les jeux sont faits e che ormai passano ad altre mani e a un'altra epoca - questo ventunesimo secolo appena inaugurato - cui Carlos Fuentes si augura evidentemente di partecipare almeno con questo breve ma prezioso contributo che si aggiunge per evidenziare, più che per completare, una Weltanshauung sottesa alla sua intera opera narrativa.
Vittoria Martinetto
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