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Recensioni È stato il figlio

È stato il figlio di Roberto Alajmo
Recensioni: 3/5
La famiglia Ciraulo vive in uno dei quartieri più poveri della città, eppure davanti alla porta di casa tiene in bella vista una Volvo nera, acquistata con i soldi ottenuti in seguito alla morte della loro bambina: un risarcimento destinato alle vittime della mafia. L'arrivo di questa automobile fiammante è una sorta di miracolo rionale, sembra aprire le porte di una nuova esistenza piena di possibilità per tutta la famiglia: per il padre Nicola, patriarca indiscusso, professionista del precariato ai limiti della legalità; per la madre Loredana, dimessa, arrendevole, eppure regista occulta di imprevedibili strategie; per la nonna Rosa, logorroica maestra di reticenza; per il nonno Fonzio, sempre sfuggente per questione di principio. E infine per il figlio, Tancredi, con le sue malinconie improvvise, indecifrabile agli occhi dei parenti e del quartiere, controfigura paradossale del suo intraprendente omonimo del Gattopardo. Quando Tancredi, durante una serata passata in giro con la fidanzata, sfregia incautamente la fiancata dell'auto, ecco che scoppia la tempesta: c'è una lite, padre e figlio si affrontano con violenza brutale, fin quando parte un colpo di pistola. "È stato il figlio" è un noir antropologico, un giallo eretico che sembra iniziare Provocatoriamente dalla fine e pagina dopo pagina rimescola le carte in tavola. La pistola con cui sono stati esplosi i colpi non si trova. Si fanno strada dubbi e incertezze, le prove iniziali sembrano sgretolarsi. Ogni capitolo del romanzo aggiunge nuovi particolari all'intera vicenda e allo stesso tempo sembra divagare, costringendo il lettore a fare i conti con una città a tratti comica e grottesca, ma sempre sull'orlo del disastro sociale. Le vicende dei Ciraulo scorrono all'indietro nel tempo, prima accelerando e poi rallentando fino a sfiorare il fermo immagine, sempre reggendosi su dialoghi divertenti, surreali e crudeli. Con questo romanzo dalla lingua in apparenza spoglia e dalla comicità sulfurea, tra Raymond Carver e Alan Bennett, Roberto Alajmo destruttura il genere poliziesco prendendo le mosse dalla tragedia greca ma divertendosi a trasformarla nella più tagliente delle commedie umane.)
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3,45/5
Recensioni: 3/5
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