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Francamente, torovo assurdo tutto il contenuto di questo libro. Ognuno interpreta tutto come vuole. Topolino dovrebbe essere un fascita perchè e nell forze dell'ordine e i film con streghe e maghi dovrebbero rappresentare un uso dell'esoterismo. Io non ci credo. MattSantoro
Recensioni
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"Mickey Mouse è l'ideale più penoso mai esistito... Sane emozioni rendono consapevoli tutti i giovani (...) che un parassita lurido e coperto di sporcizia, il maggiore portatore di batteri del regno animale, non può costituire il tipo ideale di animale..." (da un articolo di giornale, Pomerania, Germania, metà anni trenta). Ciò che la storia e la critica sanciscono rispetto alla funzione sociale di una determinata espressione artistica non sempre corrisponde alle intenzioni del suo autore o ai suoi atteggiamenti personali: Walt Disney, con Mickey Mouse, ha creato involontariamente un simbolo dell'America roosveltiana da contrapporre alla Germania nazista, e successivamente, nella sua opera fumettistica e cinematografica, è stato tacciato di intenti morbosi e filocomunisti da una parte, e di arrogante colonialismo culturale dall'altra. Se infatti non sono mancate voci autorevoli, da Eco a Faeti, che hanno dedicato cospicui e circostanziati interventi alla produzione disneyana, infinite, dal dopoguerra a oggi, sono state le varianti interpretative applicate all'argomento dalla critica italiana ed estera. Di destra o di sinistra che fosse, essa ha infatti espresso giudizi spesso deformanti sul valore sociale e sugli intenti ideologici sottesi al fenomeno Mickey Mouse; la critica di sinistra perché troppo tesa a individuare connotazioni politiche reazionarie e di propaganda culturale - Topolino, in particolare, è stato a lungo considerato una sorta di manifesto dellÆamerican way of life -, la critica di destra perché sempre pronta a ridurre a mero prodotto di intrattenimento un'opera che a buon diritto si colloca fra le maggiori espressioni artistiche del secolo. Questi in sintesi gli errori metodologici più comuni che Barbera ravvisa nella storia del dibattito disneyano. E non mancano, nella ricca documentazione offerta da Camerata Topolino, alcuni giudizi che oggi potrebbero far sorridere, come l'idea propugnata da un volume pubblicato nel Cile degli anni settanta, che i fumetti di Disney fossero in realtà un subdolo strumento della propaganda filosovietica. Alla luce di tutto questo e di altre pubblicazioni più recenti, Barbera formula un'ipotesi che tiene conto delle inclinazioni politiche e culturali di Disney senza per questo applicarne rigidamente le conseguenze ai risultati della sua creazione artistica. Sebbene infatti sia dimostrato che Walt Disney fosse fortemente reazionario, e che abbia attivamente collaborato con la Cia in epoca maccartista, e sebbene, sostiene ancora Barbera, abbia nutrito fortissimi interessi verso la cultura dei circoli esoterici legati al terzo Reich, egli non cercò mai di fare dei suoi personaggi uno strumento di propaganda politica, ma piuttosto, proprio in virtù di questo suo interesse esoterico, abbandonò la produzione di cortometraggi dedicati a Topolino per orientarsi verso il repertorio della favolistica nordica tradizionale - dalla quale sono tratti la maggior parte dei suoi lungometraggi - con lo scopo di reinterpretarne gli archetipi misterici della discesa agli inferi e della rivelazione. Seguendo questa teoria l'autore prosegue con una breve analisi di alcuni tra i maggiori capolavori della produzione disneyana, individuandone gli elementi che avvalorano tale ipotesi con argomentazioni brillanti e serrate, anche se, forse, il lettore avido di rivelazioni potrebbe lamentare in quest'ultima parte una documentazione meno esaustiva di quella fornita in precedenza.
Iole Cilento
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