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Il gruppo post - punk dei Joy Division fra le mani del regista e fotografo Anton Corbijn, alla sua prima prova in cabina di regia, viene narrato attraverso la vita piena di problemi personali e di salute, del proprio leader Ian Curtis, figlio di una famiglia della working class di Manchester e autore di alcuni fra i testi più iconici della musica di fine anni ‘70. Sam Riley, esattamente come Corbijn al suo debutto, riesce a plasmare un Curtis quanto mai realistico sia sulla scena, quando si contorce per un male (l’epilessia) che ne ha piegato ogni possibile voglia di lottare, ma anche grazie a una similitudine fisica incredibile. Il film di Corbijn riesce a presentarci una narrazione ispirata sia alla biografia di Deborah Woodruff, ex moglie di Curtis, ma anche attraverso le numerose testimonianze di coloro che hanno fatto parte dei Joy Division, poi rigeneratisi sotto la nomenclatura di New Order, trasformando la pellicola in qualche cosa di unico nel genere dei biopic. Control, titolo ispirato a uno dei più celebri pezzi dei Joy Division: She's Lost Control, dedicato dallo stesso Curtis a un’amica morta per motivi legati alle crisi epilettiche, è un insieme di situazioni in bianco e nero, alle quali non viene concesso null’altro che una successione cronologica, senza mai concedere nulla a esternazioni o colpi di scena e incentrando sempre tutta la narrazione sulla figura di Curtis. Da amare, se avete amato il post punk di matrice inglese. Da vedere per ripercorrere la breve vita di uno dei più incredibili e problematici talenti della storia musicale.
Finalmente, grazie alla Movies Inspired, arriva in blu-ray questo straordinario film che racconta la storia di Ian Curtis e dei mitici Joy Division. Ispirato al libro scritto dalla moglie di Curtis "Touching from a distance" (Così vicino, così lontano in Italia), il film è davvero uno dei più bei biopic mai fatti, con una straordinaria fotografia in bianco e nero e una colonna sonora pazzesca. Imperdibile per tutti, necessario per i fan dei Joy Division, che non moriranno mai. Come Ian Curtis.
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