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Edgarda Ferri anima la storia di una donna libera, disegnandola contro lo sfondo fastoso e fosco del Cinquecento europeo, arricchendola di dettagli in un racconto dagli orizzonti larghi, pieno di profumi, atmosfere e avventura, sfolgorante di coraggio.
Beatrice de Luna Mendes, nata in Portogallo nel 1510, avrebbe potuto essere solo la moglie, assai benestante, di un commerciante di spezie di successo, Francisco Mendes, ebreo «marrano» convertito per aver salvi vita e beni, come tanti in quel tempo fosco di battesimi forzati e condanne per eresia, roghi di sinagoghe e autodafé. Ma quando il marito muore, e lei si trova a gestire la sua immensa fortuna per conto della figlia Brianda di appena sette anni, la vita della donna cambia. Deve dissimulare la sua vera fede, difendersi da chi vorrebbe approfittare di una donna sola, prendere in mano la responsabilità dell’impresa di famiglia, e non solo: decide che porterà avanti anche l’attività più segreta dei Mendes, usando il denaro e il potere di cui dispone per cambiare il destino di altri ebrei perseguitati, meno fortunati di lei. Dapprima si trasferisce nelle Fiandre, dove la stretta dell’Inquisizione è meno forte. Poi, nell’Europa sconvolta dalle guerre di religione, affronta una vita vagabonda: da Anversa a Venezia (dove riprende il suo nome, Grazia Nasi, che le era stato tolto con la conversione), a Ferrara, ad Ancona e infine a Istanbul, dove diventa una figura di rilievo presso la corte di Solimano il Magnifico. Edgarda Ferri anima la storia di una donna libera, disegnandola contro lo sfondo fastoso e fosco del Cinquecento europeo, arricchendola di dettagli in un racconto dagli orizzonti larghi, pieno di profumi, atmosfere e avventura, sfolgorante di coraggio.
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Edgarda ferri con questo libro presenta al lettore Beatrice de Luna Mendes, nata nel lontano Portogallo nel 1510, moglie fedele di Francisco Mendes, un commerciante di spezie ricco e famoso, ebreo convertito per aver salva la vita e per conservare le sue proprietà, un marrano come erano chiamati appunto gli israeliti che avevano abiurato la loro fede per abbracciare, quasi sempre solo in apparenza, quella cristiana. In un’epoca che vide alcune delle tante persecuzioni, gli ebrei furono costretti a lasciare la Spagna, dopo che i re di Castiglia avevano sconfitto i mori, invece molto tolleranti delle altre religioni, ed emigrarono verso molti paesi, ma soprattutto verso il Portogallo, agli inizi piuttosto permissivo. In seguito, tuttavia, il furore religioso di un frate, Diogo da Silva, confessore reale e capo dell’Inquisizione, travolse anche quel regno, con poche alternative per i giudei: o conversione piena, cioè non solo apparente, o confisca dei beni, esilio e in non pochi casi torture e morte sul rogo. In questo contesto Francisco Mendes si ammalò e morì, lasciando una immensa fortuna che donna Beatrice doveva gestire e amministrare per conto della figlia Brianda, che aveva solo sette anni. La vedova si trovò di colpo in una situazione difficile, perché marrana pure lei doveva essere abile nel dissimulare la sua fede originaria e nel contempo difendersi da chi avrebbe voluto approfittare della situazione. Tuttavia in lei maturò un orgoglio che non solo la spinse a operare per il meglio, ma ad agire, ovviamente nell’ombra, per soccorrere, grazie al denaro e al potere, altri ebrei che non avevano avuto la stessa fortuna. Questa magnifica donna si prodigò continuamente per aiutare i confratelli e lo fece fino alla sua morte, avvenuta a Costantinopoli nel 1569; aveva 59 anni e fu pianta dalla comunità israelitica, lasciando anche un ricordo positivo e indelebile alla corte del Sultano. Da leggere senza dubbio.
Saggio veramente interessante, scritto non in maniera pesante e molto scorrevole. Attraverso la figura di Beatrice de Luna "marrana" portoghese e poi da ebrea Grazia Nasi (La Senora), Sono "raccontate" le persecuzioni subite e sopportate dagli Ebrei durante i regni de "los reyes catolicos", Carlo V e Filippo II, oltre alla strenua caccia dell'Inquisizione all'ordine del Cardinal Carafa poi Pio IV, avvenute in Spagna e Portogallo, nelle Fiandre, A Venezia, Ferrara e nello Stato Pontificio. Tramite le delazioni e le accuse vere o costruite di eresia, venivano imprigionati, condannati e giustiziati, così da poter confiscare i loro beni e tesori ed appropriarsene ingiustamente. (Nihil novi sub sole!! Vedi Filippo il bello e la fine dei Templari!!). Dopo infinite ed inenarrabili traversie, coloro che riuscirono a giungere ad Istanbul, trovarono la protezione del Sultano e la tollerata coabitazione con la multietnica popolazione.
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