L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
È difficile dare una risposta che non sia condizionata dall'emotività. La Fiat rappresenta non solo la storia industriale di questo paese, ma anche una parte importante della sua stessa vicenda umana, sociale e politica. Ciò che si vede della crisi Fiat, oggi, sono le grandi difficoltà competitive del settore auto: modelli che non incontrano il gusto dei clienti, riduzione continua di quota di mercato, accumulo di consistenti perdite economiche. Questo libro cerca di scavare più a fondo, seguendo il «filo rosso» delle strategie di portafoglio dell'industria torinese, dalla fondazione a oggi. La scoperta o la tesi, se si preferisce è quella di un gruppo industriale che non ha mai saputo risolvere in modo convincente la questione della «centralità strategica» del suo core business automobilistico, mentre andava ricercando un improbabile equilibrio di portafoglio attraverso varie «stagioni» della sua strategia di diversificazione. La Fiat è stata spesso accusata proprio di avere ecceduto in diversificazione. Questo libro propone un'ipotesi diversa: non è stato l'eccesso di diversificazione a portare il Gruppo Fiat nel tunnel dell'attuale crisi, ma piuttosto il convincimento di poter competere in un ambito come quello dell'auto, sempre più riservato in esclusiva ai giganti, mantenendo il controllo proprietario attraverso una struttura di capitalismo familiare che nel frattempo, comprensibilmente, disperdeva i propri interessi su molti fronti.Se c'è un eccesso alla radice delle difficoltà attuali della Fiat, esso è rappresentato, probabilmente, più dal troppo amore che dal troppo distacco verso quel «prodotto» che come nessun altro incarna l'identità del marchio aziendale. Ancora oggi, sono «gli automobili» (come li chiamava cent'anni fa il vecchio senatore Agnelli) a segnare immancabilmente, nel bene e nel male, i destini della Fiat.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore