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Una intera, folta letteratura, quella dei ‘bestiari’ – il cui fascino oggi è ridiventato acutissimo, basti pensare alla Zoologia fantastica di Borges – risale a questo prezioso libretto, che ha avuto nella nostra civiltà un’influenza capillare, di cui ritroviamo le tracce nelle grandi opere dell’arte medioevale, in tante immagini poetiche tradizionali, infine nella selvaggia ‘storia naturale’ delle fiabe, dei proverbi e dei modi di dire. Scritto, secondo l’ipotesi più accreditata, in Alessandria, e in ambiente gnostico, fra il II e il V secolo dopo Cristo da un autore ignoto, Il Fisiologo si articola in capitoletti stupendamente concisi, che descrivono i «costumi» di vari animali, comuni o immaginari, e le proprietà di alcune pietre: incontriamo così la iena ermafrodita, il castoro che si strappa i testicoli, la pantera dalla voce profumata, l’unicorno allattato dalla vergine, la vipera dal volto di donna che strappa la testa al maschio dopo la copula – e tante altre meraviglie, presentate come fatti elementari e indiscutibili. Ma non questo soltanto ci dice il Fisiologo: ognuno dei caratteri di cui parla è infatti anche una cifra simbolica, che permette di passare a significati ulteriori, enigmi divini e infernali, oscuramente scritti sul corpo della natura. E in questa ‘lettura’ la dottrina cristiana assume spesso una coloritura gnostica e sembra combinarsi con i misteri greci ed egizi. Il lettore moderno troverà perciò in queste pagine non soltanto una purissima delizia letteraria e un inesauribile oggetto di curiosità, ma l’occasione per risalire alle origini di immagini che, giunte a noi come segni del mostruoso, del grottesco, del superstizioso e del ‘fantastico’, celano un sorprendente spessore di significati simbolici.
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La maggior parte degli studiosi ritiene che il Fisiologo sia stato composto tra la fine del II secolo d.C. e i primi anni del III, presumibilmente ad Alessandria d’Egitto, cioè in un'area culturale nella quale culti e misteri mediterranei si stavano arricchendo dell'esperienza cristiana. L'autore è ignoto. In quel tempo la parola physiologia stava ad indicare il modo in cui ci si avvicinava alla natura interpretandola come specchio delle realtà celesti. Lo scopo era quello di avvicinarsi a Dio cogliendone il messaggio attraverso le sue creature. Nel trattare degli animali si ricercavano piuttosto i significati riposti (allegoria) desumibili dai loro comportamenti, che non la loro reale natura. Il Fisiologo rientra nel genere enciclopedico, che si affermò nei primi secoli d.C., e che avrebbe avuto larga fortuna per tutto il Medioevo.
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