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Si potrebbe definire un enciclopedia sul fumetto. Un volume ben fatto, pieno di immagini di tavole e schizzi anche se mi aspettavo per lo più una raccolta di storie.
Bellissima “enciclopedia” del fumetto italiano, divisa per periodi e in cui vengono esaustivamente presentati i migliori autori nazionali. Notevole per qualità fotografica.
Enciclopedico! Bono è un esperto molto rispettato nel settore, il voluminoso volume è vivamente consigliato a tutti gli appassionati, da affiancare naturalmente ad altri saggi sul fumetto.
Recensioni
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Il Comitato Nazionale per le Celebrazioni di “Un Secolo di Fumetto Italiano” è stato istituito nel 2008 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al fine di celebrare al meglio il secolo, a partire dalla nascita del Grande Vecchio Gianluigi Bonelli e dall’uscita dell’altresì Venerabile Corriere dei Piccoli: una bellissima idea, un’idea importante per una delle forme d’arte nelle quali l’Italia ha più brillato in questo lungo secolo, ma che, per una serie di ragioni stupide e complicate, rimane ancora troppo poco nota anche a noi italiani stessi. E questo librone, praticamente un tavolino, estremamente sconveniente da portarsi nello zaino (peserà quasi due chili), ve l’assicuro, l’ho portato a Roma in treno da Milano, insomma, questo mastodonte sul fumetto italiano, dagli albori a oggi, dai giornalini al graphic journalism, passando per ogni singola situazione possibile, è uno dei principali risultati del lavoro del Comitato, e meno male, dato che è un lavoro assolutamente necessario.
A voler essere precisi, questa che recensisco è la seconda edizione del libro: la prima è uscita nel 2012; questa vanta l’aggiunta, nel capitolo finale, degli ultimi quattro anni di fumetto italiano, e tra queste pagine, per il mio gaudio, c’è anche un piccolo monografico su Ratigher e uno su Zerocalcare, portandoci quindi in un contemporaneo che è contemporaneo davvero. Anche queste parti più nuove, grazie ai due curatori Gianni Bono e Matteo Stefanelli, testimoniano un grande impegno, attenzione, serietà, insomma il desiderio di fare le cose come si devono. Il primo è già curatore de Gli anni del Corriere dei ragazzi (Bur, 2009) e fondatore del Museo Italiano del Fumetto di Lucca; mentre Stefanelli è giornalista, docente all’Ecole de l’Image d‘Angouleme, attuale direttore di fumettologica.it. E Fumetto! quindi è massiccio, serio, approfondito, bellissimo, definitivo. Proprio quello che ci voleva per restituire uno status degno a questa meravigliosa forma d’arte. Alcuni forse diranno che forse non serve, che è un coffee table book per turisti e non per veri appassionati. E si sbaglierebbero di grosso, per due ragioni: primo, questo libro non è solo un catalogo — è un serissimo lavoro di ricerca storica. E secondo, è proprio tramite operazioni come questa che il fumetto italiano potrà acquisire credibilità tra gli scettici. In quest’ottica, andrebbe proprio tradotto in inglese e venduto in America.
Perché sono 517 grandi pagine che raccontano, con piglio accademico ma accessibile, 168 anni di storia del fumetto italiano. Uno sguardo inizialmente diviso in nette categorie cronologiche, e successivamente meno nette, per restituire la sensazione che nel periodo contemporaneo stanno avvenendo tante cose allo stesso tempo. Il tentativo è di restituire al fumetto italiano le sue radici pre-moderne, quelle che tendenzialmente lo pongono come un’evoluzione della cultura visiva: dai primi tentativi di giornali illustrati a metà Novecento, agli albori del graphic journalism a fine Novecento, passando per il ventennio, il dopoguerra, la nera, linus, la controcultura, internet, l’America e il Giappone, fino a oggi, senza sbagliare mai un colpo, e arricchendo il discorso con 1000 scansioni originali di materiali rarissimi. Nel 2011 la rivista dell’ANAFI, la più longeva associazione italiana di amatori e collezionisti di fumetto, scriveva: “ancora oggi non esiste una storia del fumetto italiano”. Oggi non è più così.
Recensione di Tim Small
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