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"Nella 'Qabbalah' zoharica [...sec. XIII] i due attributi divini – 'Din' (o 'Gevurah'), la 'potenza' di Dio che si manifesta specialmente come forza giudicante o punitiva, e 'Hesed', l'amore o la 'grazia' di Dio - [...] sono opposti" (Scholem, "Mistica, utopia e modernità", 1998, p. 130, n. 128; cf. pure p. 89 e p. 141, n. 162). Per il "Midrash Genesi Rabba" 33, 3 (secc. III-V), così come anche per Abulafia (sec. XIII), l'attributo della bontà, pietà e misericordia è indicato dal Tetragramma "YHWH", mentre l'attributo del rigore e della giustizia è indicato dal Nome "Elohim" oppure "Adonay" (cf. "Messianismo. Ebraismo Cristianesimo Filosofia", "Humanitas" 1-2 [2005], pp. 90, 95, 147, e Fromm, "Voi sarete come dèi" [1966, 1970], p. 116). Già a metà del II sec. Marcione prospetta un'eresia cristiana che esaspera la distinzione paolina fra la Legge ebraica e la Grazia nel e del Figlio di Dio, così da separare dualisticamente un amorevole Dio Ignoto, da cui discenderebbe Gesù, e il Dio dell'Antico Testamento, chiamato Demiurgo, creatore del mondo fisico e giudice inclemente degli uomini. Nel 553 il II Concilio di Costantinopoli, il V ecumenico, condanna la dottrina dell'"Apokatástasis" (Atti 3, 21), un'ipotesi saggiata da Origene (prima metà del III sec.) concernente una salvezza universale e cosmica di tutte le cose. Invece per numerosi esponenti della teologia protestante del sec. XX "l'apocatastasi è la conclusione più logica [...circa la] meditazione sulla grazia" (A. Giudici, "Religioni e salvezza", 1978, p. 207). Da canto loro i cattolici, pur d'aggirare la condanna del 553, s'aggrappano a una contrapposizione interna alle tre virtù teologali: ciò che per fede dev'essere rifiutato e gettato via dalla porta, per speranza dev'essere accolto e fatto rientrare dalla finestra. In "Sperare per tutti" [1981, 1989] Balthasar cita la lista di teologi cattolici che la pensa come lui: Przywara, Lubac, Marcel, Ratzinger, Kasper, Greshake, Guardini, Rahner. "In breve: una compagnia, in cui mi sento benissimo" (p. 125).
Recensioni
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A cento anni dalla nascita Hans Urs von Balthasar (1905-1988) è stato ricordato il 6-7 ottobre 2005 in un convegno internazionale della Pontificia Università Lateranense a Roma in collaborazione con la redazione italiana di Communio. Gli atti fanno il punto sugli studi balthasariani nel mondo e rilanciano la fecondità di una teologia che è centrale nella seconda metà del XX secolo. Come conferma l'adesione di Benedetto XVI con un messaggio nel quale ricorda la «sincera amicizia» che lo legava a von Balthasar e il comune impegno nella ricerca teologica.
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