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Una devastante poetica dell'industrial metal tedesco. Consigliato.
Quarto album per i fiammeggianti Rammstein: dopo tre anni di gestazione, il trionfante “Mutter” ha un successore, un figlio gravato dalla scomodissima eredità di migliorare le vertiginose cime qualitative toccate dal “materno” predecessore, sorta di concept fiabesco electro-sinfonico concepito da una versione dei fratelli Grimm ghiotta di truce metallo… dunque il sestetto teutonico, dallo stile affermatissimo ed immediatamente riconoscibile, con “Reise, reise” cambia tutto ma allo stesso tempo non muta minimamente la propria pelle: dietro la console di produzione si trova ancora una volta il fido Jacob Hellner, il titolo dell’opera (letteralmente “Viaggio, viaggio”) suggerisce l’idea del viaggio come fonte di esperienza ed occasione di crescita interiore, ma l’artwork, tra fusoliere dilaniate e scatole nere lascia intuire le pericolossime insidie, le spiacevoli sorprese che un volo, reale o pindarico che sia, può riservare… e la prima, omonima, traccia (a proposito: avete allacciato le cinture di sicurezza?) è un decollo non particolarmente brusco, che, come tale, sorvola i rigogliosi territori orchestrali circostanti l’aeroporto “Mutter” planando in un’atmosfera solenne e al contempo onirica culminante nella fisarmonica folk dell’outro… i passeggeri si sono rilassati… occhi chiusi, sprofondati nelle loro poltrone… assolutamente impreparati alla violenta turbolenza di “Mein teil”, cruda, stridente, selvaggia, dal ritmo cannibale (“tu sei ciò che mangi”, recita il testo) e spacca ossa, un trauma (scelto come primo singolo ad effetto) difficilmente superabile… o forse no? Il nostro vicino di posto è niente meno che il “Dalai Lama”: quale compagno di viaggio può ispirare maggior pace e tranquillità? L’appagante giro del mondo giunge a conclusione: l’atterraggio (al punto di partenza?) è dolce e i sei assi volanti vengono accolti come veri eroi… i Rammstein possono brindare, “Reise, reise” ripropone efficacemente ed a tratti implementa la formula vincente del loro sound
Reise Reise rappresenta un bel passo avanti dei Rammstein. Non é sostanzialmente diverso in stile dal precedente album Mutter, ma comunque ci sono delle canzoni un pò diverse, tipo Amerika e Moskau che sono molto belle e divertenti. Poi ci sono tanti altri brani che mi piaciono, sia per la potenza della musica, tipo Mein Teil e Reise reise, che per i testi (Stein um Stein), come sempre, struggenti e spietati. Infine, come in ogni buon album dei Rammstein, c'é anche una bella canzone più riflettiva, in questo caso 'Ohne Dich'. Complessivamente é un bell'album che certamente piaccerà a tutti i fan del gruppo. Personalmente, io preferisco leggermente l'album Mutter, ma comunque reise reise é un album molto forte che consiglierei a chiunque apprezza lo stile di musica rammsteinesca.
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