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Anno edizione: 2099
Anno edizione: 2010
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La ripubblicazione in Italia di Running dog, uscito negli Usa nel 1978, permette di vedere DeLillo alle prese con alcuni dei suoi temi preferiti, dalla rappresentazione della complessità odierna al potere delle immagini, dalla brama di possesso alla morte. Nella cornice di quell'America post-Watergate, nevrotica e in continuo sentore di complotti, ancora traumatizzata dai postumi del Vietnam, il filo conduttore della storia è la ricerca di un fantomatico film amatoriale di un'orgia nel bunker sotto la Cancelleria del Reich negli ultimi giorni del nazismo. Protagonisti della caccia a quello che viene definito "la massima dimostrazione della decadenza del secolo", un agente segreto, una giornalista di estrema sinistra, un senatore amante di arte erotica, un gallerista coinvolto nei traffici della pornografia, reduci del Vietnam, mafia. DeLillo, con una precisione narrativa straniante, rielabora gli elementi convenzionali del thriller e della spy-story in qualcosa di profondamente diverso, un labirinto senza vie d'uscita che si fa beffe di tutti, lettori inclusi.
Il peggior libro che abbia mai letto,non per la trama e nemmeno per le premesse, quelle sono ottime....ma dove voleva arrivare il buon Don? Tutto e' come l'opposto di cio' che ci appare...e questo concetto deveva prendere forma in un romanzo? i desideri perversi di certi personaggi in vista?.....gia' visto e stravisto o meglio gia' letto e straletto.Quello che invece appare, e' una forma di amore mistico per la filosofia di vita dei pellerossa,compresa la capacita'di estraniarsi dal contesto spazio-tempo per il raggiungimento di un fine ultimo che il buon Don avvinazzato indenfica nel raggingimento della verita'....amore-morte sono identici(gia' letto)e si finisce il menu con un cadevere, il cui scopo (morte)nasce solo dalla volonta' dell'autore di desciverne la sepoltura...(pellerossa anche'essa ovviamente)Psichedelico, pessimo ...un consiglio Don, quando scrivi evita gli scotch fanno male al monoscritto.
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