Chi è Caronte in questo testo? Non è forse l’uomo che tutti i giorni è sottoposto alle quotidiane tentazioni, pur riferendosi tanto al Caronte del III canto dell’Inferno dantesco che a quello del VI libro dell’Eneide di Virgilio? Non è l’uomo che fa fatica a distinguere cosa è buono da cosa non lo è? A leggere questo interessantissimo libretto, sembrerebbe proprio di sì! Caronte è l’uomo semplice che crede di avere un suo compito ben definito, una sua precisa autorità, ma che poi si deve piegare di fronte a chi è più forte di lui. L’opera tratta, dunque, di rapporti di potere? Forse nella vita non è sempre così? Caronte parla dell’epopea di ciascuno di noi che può avere risvolti sorprendenti, mai banali come nella storia qui raccontata: un insieme di avvilimenti, ma anche di esaltazioni con un andamento progressivamente in crescendo e poi precipitosamente in calando tanto da giungere ai nervi e al cuore dell’uomo, perché è di umanità che si tratta piuttosto che di divinità. La sfera del divino, infatti, viene sfiorata in continuazione, tuttavia non c’è pericolo di fare confusione.)
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