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Un bellissimo viaggio introspettivo alla ricerca di risposte. Ottimo lavoro!
Invitato a recensire "Un abito per mia madre" della scrittrice Emanuela Alessandra Serughetti, non ho avuto nessun dubbio tra lo scorrere leggero ed attraente del racconto, nel trovarmi di fronte ad un vero romanzo di formazione tout court, nel quale la Serughetti conduce il lettore, ammaliando per la sincerità espressiva, all'evoluzione della giovane protagonista, Cristiana Marini, verso la maturità e l'età adulta. La protagonista orfana dei genitori, viene iniziata alla vita e all'arte attraverso un viaggio che è sia materiale che spirituale. Un volo in aereo dalla borghese periferia nord italiana alla metropoli mitteleuropea californiana, la San Francisco degli anni Novanta, per raccontarne emozioni, sentimenti, progetti, azioni viste nel loro nascere dal di dentro. San Francisco diviene la città da vivere, respirare, ammirare, così le amicizie e le nuove esperienze artistiche, dallo stereotipo della moda ad una libertà creativa personale a contatto con le avventure degli happening, libere espressioni del corpo, della danza del costume. Nuove esperienze che la protagonista vive con tensione, agitazione, bloccata da un'educazione familiare e un rapporto complicato con la madre. Un romanzo intimista, che porta con se le esperienze del passato, la vita in famiglia, l'adolescenza, la scuola e gli studi da costumista, l'essere, vivere e pensare italiano a confronto con l'integrazione sociale americana. "Un Abito per mia madre" descrive bene la vita sospesa in un equilibrio perenne tra la formazione individuale, le esperienze vissute, le scelte da affrontare e i sogni da realizzare.
Scritto con un linguaggio semplice, ma non banale, è capace di dar voce alle emozioni più profonde. Attuale e moderno, nella protagonista ognuno di noi potrebbe incrociare un pezzetto della propria storia personale, ritrovandosi a rivivere certe emozioni e magari augurarsi di avere la stessa capacità di "risvegliarsi da un incantesimo di perbenismo e tradizionalismo" per sentirsi "viva e vulnerabile, senza poter essere ferita".
Recensioni
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Cristiana, la giovane protagonista del romanzo appassionata di moda, lascia l’Italia per ricominciare a vivere a San Francisco, la città multietnica, libertina, hippy e omosessuale degli Stati Uniti.
In un caffé italiano conosce Romina e la sua amicizia rivelerà a Cristiana un aspetto di sé ben più complesso e inaspettato. Affronterà il suo passato e la relazione problematica con la madre defunta, lasciandosi condurre sulla giostra affascinante del teatro-danza ispirato alle Cockettes, fenomeno hippy della San Francisco degli anni sessanta che ripercorre le tracce filosofiche di un’intramontabile Isadora Duncan l’ideatrice della danza improvvisata e dei movimenti liberi del corpo. Il palcoscenico e le performances del teatro-danza le daranno risposte alle sue domande, un perché al suo tormento interiore e una pacifica ricongiunzione con la madre.
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