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Il trasformismo non è per Erich Honecker: non è diventato "progressista", "liberal-socialista" o "social-democratico" quando il vento è cambiato. Comunista convinto fin da giovane, ha continuato a sostenere la validità del modello socialista, attribuendone il fallimento alla sua cattiva applicazione (il "socialismo reale") non al suo valore intrinseco. Che la perestrojka avrebbe condotto allo smantellamento dello Stato socialista Honecker l'aveva capito fin da subito, a differenza di altri che aderivano alla linea gorbacioviana per poi venire travolti dai suoi sviluppi incontrollabili. Questa coerenza dà a Honecker la possibilità di affrontare a testa alta il processo intentato a tutta la DDR dai "fratelli Wessis" (che però nel passato non si erano fatti scrupoli a intessere stretti e proficui rapporti con lo Stato ora definito "criminale"!). E pone loro una questione che risulta spiazzante: il progresso di un Paese si misura in PIL o in assenza di disoccupazione unita a una diffusa sicurezza sociale? Un particolare che non conoscevo e che mi ha colpito: Honecker rammenta che, alla fine della guerra, le potenze che vollero la divisione della Germania furono quelle occidentali. Stalin era contrario alla divisione ("i cattivi" non sono sempre tutti dall'altra parte!).
Una letture estremamente interessante per riassumere il passato, comprendere il presente e cercare di immaginare il futuro. Tenendo presente che chi controlla il presente.......
Un breve libro da leggere assolutamente, per chiunque non si accontenti delle verità storiche troppo semplicistiche e plasmate dai "vincitori"...un'arringa difensiva scritta con coraggio e coerenza da un uomo politico tra i più importanti del secolo scorso, che certamente passerà alla Storia!
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