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Anime che si sfiorano, si incontrano, si amano, si allontanano e si ritrovano nel dolce fluttuare dell’eterna danza della vita. Il secondo libro di Marianna Costa è costruito attorno ad un evento tragicamente doloroso, forse il più devastante che possa riservare la vita ad un essere umano, eppure ti lascia una sensazione di gioia pura. Chiudendo l’ultima pagina si sorride con un sorriso che ti fa sentire in pace ed armonia con il mondo intero. Una sorta di catarsi che è proprio ciò che accade al protagonista Sauro; lui che vive una vita piena di amore e di felicità, nel giro di pochi istanti il destino innalza nella sua esistenza un muro che divide il “prima” dal “dopo”….Prima era dono, dopo è privazione, prima era entusiasmo del presente e incanto del futuro, dopo è dolore, assenza e vuoto. Le anime che se ne vanno portano con sé anche un pezzo della vita di chi le ha amate, è vero, ma chi ha una grande sensibilità per saper convivere con il dolore e l’accettazione di esso ha anche la sensibilità di guardare oltre, di saper intravvedere nelle persone che incontra il barlume della speranza, il germe della rinascita. E così pagina dopo pagina, si delineano i nuovi incontri di Sauro, uno fra tutti, quello con Irene, una giovane senzatetto, che sarà in grado di risvegliare in lui i sentimenti di amore e donazione di sé verso l’altro. La narrazione è fluida, scorrevole, ricca di pathos e sentimenti che difficilmente possono essere descritti così bene da chi non abbia un vissuto doloroso alle spalle. I personaggi sono ben delineati, dai protagonisti a quelli di secondo piano che contribuiscono a calare il lettore nell’atmosfera della vicenda, così come anche le descrizioni di Padova e dintorni. Apprezzatissimi i riferimenti musicali a Ligabue e le invettive sociali, perché è una storia che tocca tutti, i meno giovani perché possano riflettere sul senso della vita vissuta e i più giovani perché non dimentichino mai i valori belli e importanti per cui vale la pena lottare.
Marianna Costa è molto brava a descrivere lo stato d'animo e l'interiorità soprattutto del protagonista e questa è la caratteristica maggiormente apprezzabile del libro. C'è chi descrive con dovizia di particolari i luoghi e le scene e c'è chi, come lei, che sa esporre egregiamente i sentimenti, che riesce a smuovere le corde più emotive del lettore e farlo entrare in empatia con i suoi personaggi. Forse sto osando troppo, ma mi sento di azzardare che questa sua abilità potrebbe derivare da una specifica formazione nel campo psicologico oppure da una sensibilità acquisita da intense esperienze personali. Un romanzo breve dalla trama semplice e scorrevole con una nota paranormale che giustifica e motiva ciò che è umanamente inaccettabile e inspiegabile, che infonde speranza, là dove era andata del tutto perduta perché, in fondo, un appiglio lo si deve pur trovare per continuare a credere, a lottare, a condurre questo “balletto di circostanze, personaggi, eventualità, cose accadute ma spesso anche soltanto sognate, un fluire continuo ed inarrestabile, “l’eterna danza della vita ”.
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