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Il figlio del figlio
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Il figlio del figlio - Marco Balzano - copertina
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figlio del figlio

Descrizione


Nicola ha ventisei anni e fa l'insegnante precario a Milano. È il figlio del figlio di nonno Leonardo, un omone potente e analfabeta che un giorno porta la notizia: bisogna vendere la casa al mare. Nonno, padre e nipote partono per raggiungere la Puglia - un viaggio tra i luoghi e le memorie che hanno costruito la famiglia Russo - che poi "è il posto dove uno deve stare". Tra quelle mura ognuno ritrova le proprie tracce: Nicola gli amori estivi; il padre la scuola e la giovinezza; il nonno la sua vita di contadino. Tre uomini che tirano le somme della propria vita, tre lingue diverse per raccontare la guerra e l'impegno politico, l'emigrazione e la perdita delle radici; il bisogno di partire e la conquista di un posto in cui tornare.
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Dettagli

2010
156 p., Brossura
9788883092886

Valutazioni e recensioni

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pier
Recensioni: 5/5

Un viaggio indietro nel tempo per riscoprire radici che sembravano perdute, per riannodare i fili logorati dei rapporti e riscoprire che non si è figli (o padri) per caso. Ogni generazione ha le sue guerre da affrontare: la guerra, lo sradicamento, il precariato sono facce del medesimo dado che si chiama vita. Questo sguardo profondo dell'autore suscita una potente immedesimazione del lettore nei personaggi.

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ago
Recensioni: 3/5

Lettura carina e leggera, forse anche troppo leggera... Un romanzo di formazione che si legge in una settimana: piace per le ambientazioni e la caratterizzazione dei personaggi ma molti argomenti meritavano di essere approfonditi. L'altro romanzo di Balzano che ho letto (L'ultimo arrivato) è decisamente più "maturo" di questo.

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jane
Recensioni: 3/5

Un ' operina che promette molto ma lascia un po' di delusione perché gira e rigira intorno al tema nord-sud senza un vero sviluppo della storia.

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Voce della critica

Questo è un romanzo, all'esordio, che coglie nel segno, e a cui ci si affeziona: per l'acuta sensibilità con cui sono tratteggiati i caratteri; per la sapienza narrativa; per lo stile scabro, asciutto ma senza ostentazioni. Il racconto muove dalla decisione della famiglia Russo di vendere la casa al mare, nel Sud da cui si è partiti senza fare ritorno. A comunicarlo è il nonno, con la morte nel cuore, perché quella casa, abbandonata dai figli, rappresenta lo sfascio della famiglia: e allora non resta, con dolore, che disfarsene. Per andare a venderla, a Barletta, affrontano il viaggio il padre, il figlio, e il figlio del figlio: Nicola, il nipote del titolo, protagonista e narratore. Un viaggio nella memoria dei luoghi e degli affetti, attraverso tre generazioni, ciascuna con il suo passato con cui fare i conti. E insieme, a incrociare memorie e destini, il racconto delle relazioni fra i tre, mai così vicini.
Nicola è insegnante precario, per questo in famiglia ancora lo considerano un ragazzo, scioperato per di più: a suo modo oggi un simbolo, nell'opinione di molti, delle generazioni ultime. Il nonno, "grande e grosso come un guerriero", di grana ruvida e spessa, rappresenta il passato arcaico. Il padre, della generazione di mezzo, non più giovane e ancora figlio, è quello che si adombra, affacciato al balcone, con il suo tarlo segreto, i lunghi silenzi a dividerlo da Nicola, il figlio, perché può accadere, al figlio con il padre, come con la propria immagine allo specchio: tanto ci è familiare che finisce per diventarci estranea; e si smette a quel punto di parlare, fino a farci l'abitudine. "A tavola adesso si parla poco (…) Il bene che ci teneva uniti in quei secoli d'infanzia e prima adolescenza ora non lo sentivo più". Giunge un tempo, in ogni famiglia, che nulla più è come prima, e la cosa più dolorosa è che non ci si può far nulla.
Il libro racconta il ritorno al paese di chi è partito, e per lasciarlo per sempre, paese dove, nel frattempo, si è diventati "il milanese"; mentre a Milano, sempre, si sarà considerati "il meridionale": ritrovandosi così nella strana condizione di forestiero dappertutto. Come per molti, al Nord, dal Sud emigrati. Più in particolare, è il racconto di quella condizione di spaesato sradicamento che coglie a ogni ritorno, e ancor più ora, quando per la famiglia Russo l'ultimo legame – la casa, verghianamente – è sul punto di essere reciso. Il dubbio, per chi è andato via, l'interrogativo che si porterà sempre dentro, è cosa sarebbe stato se solo si fosse rimasti. Domanda destinata a restare senza risposta, in un'incertezza sospesa che può giungere, come nel caso di Nicola, ai limiti della disillusione: "Illuso di aver studiato e viaggiato per avere di più di un contadino analfabeta, di più di un ragazzo emigrante presto invecchiato". Il protagonista-narratore, nel suo viaggio di ritorno nei luoghi della memoria, legge – e non potrebbe quasi essere altrimenti – Proust. Quello di Nicola, in effetti, è un tempo ritrovato alla rovescia, nella sua personale Recherche. Essa conduce non a ritrovare, ma a distaccarsi, e per sempre, dal passato da cui proviene. Un requiem delle origini, si direbbe, attraverso epifanie della memoria, e attraverso il padre e il nonno (tre diverse gradazioni di nostalgia, di legame, di attaccamento: "le tre lingue di casa Russo" le chiama il narratore): "Questa fu la cosa più bella di quel viaggio, tradurre per capire quello che ancora mi appartiene. Quello che è mio nonostante sia soltanto di riflesso".
Alla fine i tre si dividono: da solo, ciascuno, è chiamato a fare i conti con la propria nostalgia, il proprio passato, la propria irriducibile solitudine. Il viaggio si conclude, per il figlio del figlio, con la visita alla nonna materna: in lei Nicola troverà la contentezza e la pace che basta a se stessa di chi è rimasto.
Marcello D'Alessandra

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Conosci l'autore

Marco Balzano

1978, Milano

Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante di liceo. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie Particolari in controsenso (Lieto Colle, Premio Gozzano). Nel 2008 è uscito il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo (Marsilio, Premio Centro Nazionale di Studi Leopardiani). Il suo primo romanzo è Il figlio del figlio (Avagliano 2010, finalista Premio Dessì 2010, menzione speciale della giuria Premio Brancati-Zafferana 2011, Premio Corrado Alvaro Opera prima 2012), tradotto in Germania presso l’editore Kunstmann.A questo primo romanzo hanno fatto seguito Pronti a tutte le partenze (Sellerio 2013), L'ultimo arrivato (Sellerio 2014), con il quale vince nel 2015 il premio Campiello. Altre pubblicazioni con...

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