Giornalista, scrive per «L'Espresso» e ha collaborato con «La Repubblica». Suo padre, Peppe Tizian, un funzionario di banca che non si è piegato al malaffare mafioso, viene ucciso a colpi di lupara la notte del 23 ottobre 1989, a Locri. Un delitto rimasto impunito su cui Giovanni ha in seguito indagato.
Da allora la famiglia Tizian ha lasciato la Calabria per trasferirsi in Emilia. Laureato in criminologia presso l'Università di Bologna, ha iniziato pubblicando su «La Gazzetta di Modena» le sue prime inchieste, con cui nel 2012 ha vinto il Premio per i giornalisti di provincia "Enzo Biagi".
Ha collaborato con il mensile «Narcomafie» e il portale Stop'ndrangheta.it Sempre nel 2012 gli sono state assegnate la menzione speciale al "Premio Biagio Agnes" e la Colomba d'oro per la pace. Al giornalismo ha affiancato l'impegno civile e sociale, collaborando con "daSud", l'associazione antimafia con sede a Roma costituita nel 2005 da giovani emigranti meridionali che non hanno intenzione di lasciare le loro terre in mano alle cosche.
È autore del saggio-inchiesta Gotica. 'Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea pubblicato da Round Robin Editrice nel 2011. Nel 2013 Mondadori pubblica il suo libro La nostra guerra non è mai finita. Viaggio nelle viscere della 'ndrangheta e nella memoria collettiva, con il quale Tizian vince il Premio Gian Piero Orsello - Città di Civitavecchia. Del 2014 è Il clan degli invisibili, sempre per Mondadori. Dal 2011 vive sotto scorta. Nel 2018 il suo libro Rinnega tuo padre (Laterza, 2018) ha vinto il Premio Siani.