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Volume in graziosa legatura in mezza pelle, titoli e fregi in oro al dorso, bella marca tipografica al frontespizio, alcuni capilettera e finali ornati, 400 pagine. "Trattato in tre libri composti nel 55 in forma dialogica: interlocutori principali sono due oratori di una generazione precedente, Crasso e Antonio, di tendenze opposte, ai quali si aggiungono in secondo piano Rufo, Cotta, Scevola, Catulo, Strabone. La discussione, nella sua finzione drammatica, dura due giorni. Il primo libro, che contiene i discorsi tenuti il primo giorno, ha valore programmatico: Crasso e Antonio fissano le linee generali dell'oratoria e stabiliscono chi sia buon oratore e come debba formarsi; il secondo e terzo libro, che riportano i discorsi del secondo giorno, trovano rispettivamente in Antonio e in Crasso i principali interlocutori; il primo, piu' contenutista, crede che un bel discorso deve essere materiato di argomenti, e che questi debbano essere escogitati con arte, disposti con ordine e fissati nella memoria; l'altro, che e' piuttosto un formalista, loda invece la proprieta', la chiarezza, l'armoniosita' del discorso; ma queste doti proprie dell'elocuzione debbono essere sostenute dal valore dell'azione oratoria e cioe' dal modo stesso con cui si pronunciano le frasi, si accompagnano con gesti e si sottolineano con inflessioni vocali. Piu' propenso al tipo di eloquenza di Crasso che non a quella di Antonio, Cicerone espone nella forma dialogica, di derivazione aristotelica e non gia' platonica, gli argomenti in pro e in contro alle diverse tendenze oratorie" (Francesco della Corte, in Bompiani 1959: vol. V pp. 259-260) -- Esemplare in ottimo stato di conservazione..
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