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John Toland (1670-1722) fu uno dei maggiori filosofi e scrittori politici nell' Inghilterra rinnovata politicamente e socialmente dopo il secolo delle rivoluzioni. Le sue opere politiche derivano molto del loro spirito da una concezione non confessionale della religione intesa come religio naturalis identificata con la ragione e ad essa finalmente sottoposta. Il suo scritto sulla naturalizzazione degli ebrei, testo che grazie a Giuntina si presenta qui per la prima volta in traduzione italiana, è un'opera fondamentale a favore dell'emancipazione sia civile che politica del popolo ebraico, un manifesto contro il pregiudizio antisemita in tutte le sue forme, ed una lode della Tolleranza e dei governi che la praticano. Scritto nel 1714, esso non solo condensa e ordina temi apologetici del secolo precedente, utilizzando grandi autori come John Locke, Sir Josiah Child , Menassah ben Israel e soprattutto Simone (Simcha) Luzzatto (importante rabbino veneziano del XVII secolo) ma anticipa di decenni, nei contenuti e nello spirito, opere piu' ampie ed articolate a favore della Tolleranza avanzata, se non proprio dell'emancipazione, come quelle di Christian Wilhelm von Dohm (1781) e dell' abbé Grégoire (1787). Oltre al testo in traduzione italiana, il volume contiene anche il testo nell'originale inglese, e la Confutazione anonima del 1715, anch'essa presentata nell'originale inglese e nella traduzione italiana. Un importante documento sulle forme prese dalla giudeofobia politica nell' Inghilterra della prima età moderna utile anche per contrastare le varie forme di antisemitismo-antisionismo odierne.
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