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Descrizione


Questa raccolta di saggi – redatti da autori che da diversi ambiti disciplinari provano a rimappare il complesso universo di un maestro dai molteplici interessi e dai molteplici disinteressi – è un contributo allo studio di una delle figure più intriganti della French Theory.

A un quarto di secolo dalla morte e a un secolo dalla nascita, cosa resta di Roland Barthes e delle creature teoriche che ha generato? Diventato, non romanziere - come avrebbe voluto - ma personaggio romanzesco, maestro acclamato ma non capostipite di una scuola, si può dire che Barthes abbia superato la prova del tempo? Tormentato dall'ansia di auto-superarsi, di scappare dall'istituzione e dal dogma, non è però riuscito a sfuggire al suo destino di classico. Le sue categorie - piacere e godimento, studium e punctum, testo e retorica - sono ormai patrimonio comune. Ma, in questi casi, si rischia di finire nella galleria dei padri nobili, che è come dire dei libri che non si leggono più. E invece Barthes è anzitutto un autore bello da leggere e rileggere. Questa raccolta di saggi - frammenti di un dialogo amoroso con gli scritti e la scrittura di Barthes, redatti da autori che da diversi ambiti disciplinari provano a rimappare il complesso universo di un maestro dai molteplici interessi e dai molteplici disinteressi - è un contributo allo studio di una delle figure più intriganti della French Theory.
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Dettagli

2018
18 gennaio 2018
224 p., Brossura
9788822901231
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Indice

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Emanuele Fadda, Introduzione.“Où aller? J’en suis là”
Avvertenza sulle sigle
Ringraziamenti

I. Marcello Walter Bruno, L’insviluppabile. Haiku, cinema, fotografia
II. Donata Chiricò, A spasso con Lucy Denkenesh. Sull’ascolto a partire da Roland Barthes
III. Felice Cimatti, C’è qualcosa oltre la lingua? Barthes e il problema del «fuori senso»
IV. Vincenza Costantino, Le spectateur est toujours engagé. Lineamenti per una pedagogia dello spettatore
V. Emanuele Fadda, Linguistica Barthesiana. Venire a patti col linguaggio
VI. Carlo Fanelli, Da Brecht a Loyola. La scrittura come militanza
VII. Giorgio Lo Feudo, In principio fu il gesto. Roland Barthes e l’ipotesi della scrittura originaria
VIII. C. Bruna Mancini, Roland Barthes e la letteratura come godimento laborioso
IX. Gianfranco Marrone, Utopie domestiche. Da Fourier a Brillat-Savarin
X. Caterina Martino, Spectator. Barthes, le fotografie, la Fotografia
XI. Isabella Pezzini, Da Greimas a Barthes, dal lessico al sistema. Alle origini della semiologia, la moda
XII. Massimo Prampolini, Roland Barthes e Il piacere del testo. La deriva in isteresi e l’Idiozia
XIII. Carlo Serra, Appunti su Rasch di Roland Barthes
XIV. Claudia Stancati, Da Stendhal a Barthes. Una tradizione francese del discorso amoroso
XV. Ciro Tarantino, È stato. Il reale e il possibile in Roland Barthes e Primo Levi
XVI. Silvia Vizzardelli, Mettersi sulle tracce della mano. Una teoria del gesto tra Barthes e Lacan

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