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Lo sconosciuto delle poste è la storia di un crimine impenetrabile, è il resoconto di un’inchiesta poliziesca e giudiziaria, ma soprattutto è la storia di uomini e donne turbati, feriti, vulnerabili. E della loro dignità.
Un paesino della Francia profonda. Una vittima. La storia vera di un crimine.
La mattina del 19 dicembre 2008 la vita di Montréal-la-Cluse, un borgo al confine con la Svizzera, è sconvolta dall’efferato omicidio di Catherine Burgod. La donna, quarantenne, incinta, viene trovata uccisa con ventotto coltellate nell’ufficio postale in cui lavorava. Dalla cassaforte sono spariti poco meno di tremila euro. L’ufficio, nel cuore del paese, si affaccia su una via stretta e ha un’unica entrata: eppure nessuno ha visto né sentito niente. Nei dintorni tutti vengono ascoltati, la caccia all’assassino si fa serrata. Il primo indiziato è Gérald Thomassin, un attore, giovanissimo vincitore di un Premio César come promessa del cinema, e già interprete di una ventina di film. La sua vita tra il cinema e la strada, tra la celebrità e i quartieri popolari da cui proviene e a cui sempre ritorna, rappresenta un’incognita per gli abitanti del paese: in fondo, è rassicurante e scontato trovare in lui il colpevole ideale, facile bersaglio per i suoi trascorsi ai margini. Ben presto, l’inchiesta si rivela complessa e irta di ostacoli e, ogni volta che il caso sembra risolversi, le carte in tavola si scompigliano e il mistero si infittisce. Sono serviti sette anni a Florence Aubenas per delineare questa storia vera, per dare voce alle persone coinvolte, per tracciare il ritratto di un angolo di Francia poco noto, un tempo rurale ma improvvisamente industrializzato e divenuto un crocevia del traffico di droga, per ricreare gli ingranaggi della giustizia e restituire il mondo dei servizi sociali.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non è un romanzo ma un racconto di cronaca nera con conseguenti annessi e connessi. Il racconto ha una impronta giornalistica e asettica. Non si perde in dettagli inutili e da al lettore tutti gli elementi per poter farsi una idea sull omicidio. La risoluzione del caso è difatti non così nitida. Per chi ama il genere, non rimarrà deluso.
Ricostruzione accurata e dolente di un omicidio avvenuto in un piccolo paese della provincia francese, nella quale ad emergere sono soprattutto le vite compromesse degli indagati. Aubenas, da giornalista e scrittrice di livello, offre al lettore un testo sobrio che mai cede al romanzesco e al giudizio esteriore: in sostanza, un resoconto che non cerca il sensazionalismo, il finale clamoroso e alternativo. Per queste ragioni merita di essere letto da parte di chi apprezza la trattazione della cronaca nera come parte di una realtà che vorremmo non esistesse, mentre spesso la violenza è dietro l'angolo, inaspettata e inspiegabile.
Il libro è bello, drammaticamente bello e coinvolgente ed è tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto qualche anno fa nella Francia provinciale ex rurale, ora industrializzata. La storia è riproposta dall'autrice-giornalista che ha seguito per anni il caso giudiziario. Fa riflettere soprattutto la maledizione alla quale sembrano destinate alcune persone che, pur avendo a disposizione capacità e talenti, non riescono a emergere dalle sacche di povertà e di emarginazione cui sembrano predestinati. È come se una ruota del destino li tenesse inchiodati lì, nella ripetizione assurda e improponibile della loro storia, dalla quale non escono, come se fossero trattenuti da una forza superiore. Una forza ignota, fatta soprattutto di pregiudizi e di luoghi comuni ai quali nessuno sembra sottrarsi: né la gente comune né la magistratura. Gli ambienti, i personaggi, il contesto sono ben tratteggiati e offrono al lettore un quadro preciso e circostanziato di tutta la vicenda. Una lettura che mi sento di consigliare.
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