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Anno edizione: 2006
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Milano, Tea, 1999, 8vo (cm 20 x 13) brossura editoriale con copertina illustrata, pp. 222. In ottimo stato (timbro di possesso).
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Il protagonista, narratore in prima persona, è uno scrittore segnato da apatia e inettitudine, che si lascia trascinare dagli eventi, quasi vittima di problematiche relazioni sentimentali (la sedicente attrice americana, la fervente militante comunista, la ricca ebrea polacca, la domestica che accudisce la stanza in cui vive) sulle quali spicca il fatale incontro con la donna-bambina, il cui nome dà il titolo al romanzo. Sotto la cappa della imminente invasione nazista, questi personaggi si misurano con l'inesorabile flusso della storia e con gli enigmi dell'esistenza nel gioco irresistibile che la natura impone agli umani. Come sempre in Singer fatti e dialoghi sono interpuntati da riflessioni religiose, ideologiche e filosofiche che conducono ad illuminanti e pessimistiche considerazioni sulla natura umana. Tuttavia l'esito finale non raggiunge i livelli eccelsi di altri romanzi: Ombre sull'Hudson, Nemici, Il ciarlatano. Quatto stelle invece di cinque!
Certi incipit assomigliano a mani frettolose che brigano per catturarti: le loro parole sono come artigli, e chi le apre, leggendo una frase, si trova già incatenato. "Io venni educato sulla base di tre lingue morte - l'ebraico, l'aramaico e lo yiddish e di una cultura che si sviluppò a Babilonia: il Talmud". Impossibile resistere al fascino antico di queste parole: bisogna continuare e andare avanti. L'ho fatto con buona parte dell'opera di Singer: nemmeno una volta mi ha attraversato l'ombra del pentimento.
Sono rimasta delusa, un romanzo ricco di atmosfere e personaggi, ma fine a se stesso. Peccato, questo autore, insieme al fratello Israel, è tra i miei preferiti.
Recensioni
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