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Torino, Bollati Boringhieri Editore 1988, cm.13x21,5, pp.201, rilegatura in tutta tela, titoli in oro al dorso. Cop.orig.conservata, ottimo esempl. Prima edizione.
recensione di Leonardi, P., L'Indice 1989, n. 2
La filosofia è bello farla, e la si può praticare, come ci mostra Ermanno Bencinvenga, senza essere seriosi, senza affettare un gergo per poi riconoscerci filosofi. Nei tre dialoghi ci sono due personaggi fissi, Angelo e Bertoldo; ciascun dialogo ha poi un suo personaggio proprio, che gli dà il suo nome, Corrado, Clarissa, Carletto. Nel primo, Angelo presenta una concezione filosofica, l'idealismo trascendentale alla Kant, che parte da categorie o concetti, e la contrappone alla concezione di Bertoldo, il realismo trascendentale, che parte dagli oggetti. Proprio sugli oggetti Angelo mostra come ragiona l'idealista trascendentale: questi prima assume temporaneamente l'ipotesi realista che ci siano oggetti e ne ricava le caratteristiche distintive; lascia poi cadere l'ipotesi realista, e pone quelle caratteristiche come concetto di oggetto, come condizioni dell'essere di un oggetto. Angelo però concede spontaneamente a Bertoldo che se il realista non arriva mai ai concetti, l'idealista trascendentale incontra la difficoltà opposta: sembra non arrivare mai agli oggetti. Comunque conviene, per Angelo, sviluppare l'idealismo piuttosto che il realismo trascendentale, perché questo è stato per millenni il paradigma dominante, e sviluppando l'idealismo si esplora una possibilità diversa. Siamo così passati al secondo tema di questo dialogo: che cos'è il filosofare? "La filosofia è il luogo in cui si elabora il proprio spazio logico e si determina cosa è possibile e che cosa non lo è, quali domande meritano una risposta e quali invece vanno semplicemente respinte perché insensate" (p. 168). Terzo tema del dialogo con Corrado, è la funzione della filosofia: il filosofo "è tanto più utile quanto meno si fossilizza, quanto maggiore è il numero delle possibilità che esplora, quanto più folli sono le storie che racconta" (p. 66). Con la sua esplorazione a parole del regno del possibile, il filosofo arricchisce il repertorio dei modi di vedere dell'umanità; e con esso le capacità di adattamento della specie al mutare dell'ambiente. Il dialogo con Clarissa sollecita un pensiero filosofico femminile, non sulla donna, ma sulle questioni filosofiche classiche. La prospettiva femminile potrebbe portare a vedere diversamente il mondo degli oggetti prodotto dall'uomo 'faber', ed essere dunque benefica proprio per l'ampliamento dei modi di pensare che comporterebbe. Il dialogo con Carletto, a mio avviso il più bello dei tre, quello i cui personaggi sono meglio equilibrati (negli altri due il dialogo a volte è un po' forzato, un po' troppo pedagogico), discute del bello, del piacere, sullo sfondo di una concezione generalmente ecologica. Tutti i temi (ne ho citati solo alcuni) sono abbastanza approfonditi. Naturalmente altri personaggi avrebbero potuto sostenere idee diverse. Farò solo due esempi. Di fronte all'idealismo e al realismo trascendentali proporrei una terza variante, fregeana, che non è una forma di eclettismo banale: per cominciare servono almeno due cose, oggetti e concetti, che si connettono perché un oggetto cade sotto un concetto. Circa cos'è il filosofare potrei argomentare che lo spazio delle possibilità ha senso solo in riferimento a ciò che è dato, e che compito della filosofia è anche studiare la struttura del dato; oppure sostenere che ci sono due sensi di possibilità, uno che riguarda la struttura di ciò che c'è, e che non poteva essere diversamente, e l'altro che indaga sui diversi modi di essere di ciò che c'è, su come potrebbe essere ciò che c'è.
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