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Il trono senza re. Le storie dei re sassoni
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Il trono senza re. Le storie dei re sassoni - Bernard Cornwell - copertina
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trono senza re. Le storie dei re sassoni

Descrizione


Inizi del X secolo. Le forze dei regni di Wessex e Mercia si sono unite per sconfiggere i danesi, ma i regni della Gran Bretagna continuano a essere minacciati dall’instabilità e dalle pressioni dei vichinghi.

«Bernard Cornwell è davvero insuperabile.» - Lee Child

«Il Re di Mercia è morto, lasciando il suo regno senza eredi, e la lotta per la successione riaccende rancori sopiti. E...se fosse una donna, a salire al trono?»

Quando Aethelred, signore di Mercia, muore senza lasciare eredi, il trono vacante è l’ideale per scatenare rivalità sopite. Mentre l’aristocrazia della Mercia discute della successione e i territori dell’ovest cercano di accampare pretese, nuovi nemici si avvicinano dalle frontiere del Nord. I sassoni avrebbero un disperato bisogno di una guida forte, invece continuano a lottare per un trono abbandonato, rischiando di minare l’unità e la forza che hanno faticosamente costruito. Uhtred di Bebbanburg, il più grande guerriero della Mercia, appoggia Athelflaed, la consorte di Aethelred, come legittima erede al trono, perché sa che anche lei crede nel sogno di un unico regno di Inghilterra. Ma i nobili accetteranno che sia una donna a prendere il potere, anche se è la vedova di Aethelred e la sorella del re del Wessex.
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Dettagli

3
2017
9 febbraio 2017
378 p., Rilegato
9788830446977
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Indice

Le prime pagine del romanzo

Io sono Uhtred. Mio padre si chiamava Uhtred, e suo padre e suo nonno si chiamavano Uhtred a loro volta.
Mio padre scriveva così il suo nome, che però poteva variare, diventando Utred, Ughtred o perfino Ootred. Alcuni di questi nomi sono riportati su antiche pergamene in cui si dichiara che Uhtred, figlio di Uhtred e nipote di Uhtred, è e sarà sempre l’unico padrone legittimo delle terre i cui confini sono chiaramente contrassegnati da muretti di pietra, fossati, filari di querce e frassini, paludi e coste lambite dal mare. In queste terre nell’estremo Nord del grande Paese che da poco abbiamo imparato a chiamare Inghilterra, sorge una fortezza che noi chiamiamo Bebbanburg, sferzata dalle onde sotto un cielo ventoso.
Io la vidi per la prima volta quando ero già un adulto. In quell’occasione tentammo di conquistarla, ma non riuscimmo a superarne le mura possenti. A quei tempi era il cugino di mio padre a governare su Bebbanburg. Suo padre si era impadronito della fortezza e delle terre circostanti, strappandole al mio e dando inizio a una faida. I religiosi avevano cercato di porre fine allo scontro, dicendo che i sassoni cristiani non avrebbero dovuto farsi la guerra, bensì lottare insieme contro i normanni, sia danesi che norvegesi, che in quanto pagani erano gli unici nostri nemici.
Mio padre, però, mi aveva costretto a giurare che avrei fatto di tutto per rientrare in possesso della fortezza. Se non avessi rispettato la promessa, mi avrebbe diseredato come aveva già fatto con mio fratello, il suo primogenito, che lui aveva anche rinnegato come figlio, privandolo del nome che gli spettava. E non perché mio fratello non avesse voluto lottare per la riconquista delle terre avite, ma perché aveva scelto di essere un prete cristiano. Così io, che alla nascita avevo ricevuto il nome di Osbert, sono diventato Uhtred di Bebbanburg.
Mio padre era un pagano, un signore della guerra, un uomo che incuteva paura a tutti. Più volte mi ha raccontato del timore che lui stesso aveva provato nei confronti di suo padre, ma io non gli ho mai creduto perché nulla sembrava impaurirlo. A detta di molti, se non ci fosse stato mio padre, la terra in cui vive la nostra gente avrebbe corso il rischio di chiamarsi Terra dei Danesi e la popolazione sarebbe stata costretta ad adorare Thor e Odino. Io ritengo che sia vero, anche se strano, perché mio padre odiava il dio dei cristiani, il «dio inchiodato», come lo chiamava lui, ma ciononostante ha combattuto contro i pagani per tutta la vita. I preti si rifiutano di ammettere che l’Inghilterra esiste solo grazie a mio padre, si ostinano a dire che è merito dei guerrieri cristiani, ma il nostro popolo conosce la verità. Mio padre dovrebbe essere chiamato Uhtred d’Inghilterra.
Tuttavia, nell’anno del Signore 911 questa Inghilterra non esisteva ancora. C’erano il Wessex, la Mercia, l’Anglia orientale e la Northumbria, e in quell’inverno che stava per lasciare il passo a una cupa primavera io mi trovavo sul confine tra Mercia e Northumbria, in una zona molto boscosa a nord del fiume Mærse. Avevo con me trentasette uomini a cavallo, fermi in attesa tra gli alberi spogli di un folto bosco. Sotto di noi si apriva una valle in cui un torrentello correva rapido verso sud, tra anfratti ombrosi in cui la brina ghiacciata non accennava a sciogliersi. La valle era momentaneamente deserta, perché i sessantacinque cavalieri che vi si trovavano poco prima avevano seguito il corso d’acqua fino al punto in cui questo piegava bruscamente a ovest, ed erano scomparsi.
«Manca poco ormai», commentò Rædwald.
C’era nervosismo nella sua voce, perciò non replicai. Anch’io ero nervoso, ma cercavo di non darlo a vedere. Pensai invece a cosa avrebbe fatto mio padre, se fosse stato al mio posto. Sarebbe rimasto in groppa al suo destriero, immobile e leggermente chino in avanti, con un’espressione torva sul volto. Così adottai quello stesso atteggiamento e scrutai la valle, stringendo con una mano l’elsa della spada, che io avevo chiamato Becco di Corvo.

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ales
Recensioni: 5/5
Ritmo incalzante

E' vero che bene o male la trama segue sempre la stessa linea ma c'è da dire che in questo romanzo della serie succedono più cose del solito secondo me, più battaglie, più spostamenti e più personaggi coinvolti. Si fa leggere tutto d'un fiato come al solito e come al solito non vedo l'ora di leggere i prossimi che ho già pronti.

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Alessandro
Recensioni: 5/5

Nel precedente capitolo questa saga mi era sembrata arenata, le gesta di Uhtred avevano ormai un qualcosa di ripetitivo, ma con “Il trono senza Re” ho avuto modo di ricredermi. La storia qui riprende slancio, rivelandosi intriganti fin dalle prime pagine. Le vicende dei protagonisti proseguono spedite, intrecciate con il destino del Wessex, della Mercia e perfino di quello che sarà il Galles (di cui abbiamo un breve ma affascinante scorcio). Insomma un altro eccellente frutto della mente del grande Cornwell, come al solito scritto in modo fluido e molto scorrevole, tanto che purtroppo sembra terminare in un attimo! La sua unica pecca potrebbe essere la battaglia finale un po’ troppo sbrigativa, ma comunque ben costruita e appassionante. Questa è un’altra immensa qualità di questi libri e di quest’autore: i suoi scontri hanno la capacità di accendere nel lettore una vera e propria passione per la battaglia, facendoti provare la stessa frenesia dei guerrieri norreni. Adesso attendo i prossimi capitoli, dove spero che prima o poi potremo vedere anche l’Irlanda di Finan. Inoltre, sebbene non riguardi direttamente questo libro, c’è da sperare che venga ripresa anche la traduzione delle straordinarie “Le avventure di Richard Sharpe”.

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Michele
Recensioni: 5/5

Ammetto che forse 5 stelle sono troppe ma devo dire che questa saga ha la capacità di incatenarti a se e farti continuare a leggere pagina dopo pagina, libro dopo libro. Ottimo romanzo storico, ben fatto e secondo me accurato dal punto di vista storico.

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Conosci l'autore

Bernard Cornwell

1944, Londra

Bernard Cornwell, dopo aver lavorato per anni alla BBC, si è dedicato alla narrativa e, oltre alla serie di romanzi avventurosi ottocenteschi incentrati sul personaggio di Sharpe (I fucilieri di Sharpe, La sfida della tigre, Assalto alla fortezza, L'eroe di Trafalgar, Sharpe all'attacco, Le aquile di Sharpe e L'oro di Sharpe), pubblicati da Longanesi, ha scritto moderne avventure di mare (Scia di fuoco e Figlia della tempesta).Ha trovato la più fortunata delle sue ispirazioni nelle saghe di avventure medioevali. Dopo la trilogia di L'arciere del re (Longanesi, 2001), Il cavaliere nero (Longanesi, 2003) e La spada e il calice (Longanesi, 2004), ha dato vita a un'appassionante epopea ambientata tra l'Inghilterra e i mari del Nord durante il primo medioevo: L'ultimo re (2006), Un...

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