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Il primo "Quaderno" del Centro studi libertari - Archivio Giuseppe Pinelli raccoglie le relazioni presentate ai seminari sull'uso delle fonti per lo studio della storia del movimento anarchico tenutisi a Milano nel corso del 2001. Gli interventi prendono in esame le fonti di polizia (Giampietro N. Berti Mimmo Franzinelli Aldo Giannuli) e le fonti orali (Claudio Venza Piero Brunello Cesare Bermani) in altre parole la voce diretta del soggetto studiato e quella della controparte. Per lo studio di un movimento come quello anarchico che ha lasciato poche tracce documentarie di sé i documenti prodotti dai corpi di polizia (in questo caso prevalentemente polizia politica e servizi di sicurezza) si rivelano insostituibili e però particolarmente insidiosi perché "viziati da un ovvio pregiudizio a favore dell'ordine costituito" (Berti) ma anche perché come e più di altre fonti ci dicono molto sul soggetto che l'ha prodotto sovente più di quanto non dicano sui soggetti o sugli eventi presi in esame. Grande accortezza sul piano metodologico è richiesta anche dalle fonti orali particolarmente congeniali (come osservano in particolare Bermani e Venza) a studiare un movimento politico fortemente frammentato e che agisce prevalentemente attraverso pratiche informali e al tempo stesso profondamente sensibili alla soggettività della voce narrante all'intervento dell'intervistatore e al trascorrere del tempo. In ogni caso solo il rigore del lavoro storiografico consente di controllare le insidie che ogni tipo di fonte presenta. E allora ben venga questo libretto a dissuadere dalle facili scorciatoie e a ricordarci che neanche la passione e la partecipazione consentono deroghe alla serietà scientifica.
Alessio Gagliardi
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