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25. Copia autografata - Bernardo Zannoni - copertina
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25. Copia autografata - Bernardo Zannoni - copertina

Descrizione


Gerolamo è una strana creatura, un ragazzo di venticinque anni che vive in una città di mare, abita da solo, mangia spesso dalla zia. Ha qualche amico e nessun lavoro, esce di sera e di notte, dorme la mattina. Aspetta, ma non si sa bene cosa. Lo agita un desiderio quasi violento di diventare adulto e al tempo stesso porta dentro di sé un Gerolamo precedente, bambino e adolescente, che non lo vuole abbandonare. Eppure nella sua attesa, nell'immobilità, nell'indecisione sospesa tra dubbi e inesperienza, nella paura costante di perdersi, Gerolamo è travolto dall'intensità e dalla meraviglia di quanto gli accade. Ha un amico che sta molto male, un altro che finalmente si è innamorato, un pappagallo da accudire per qualche giorno, la ragazza del piano di sopra sul punto di partorire. Fuma molte sigarette, beve volentieri, ma soprattutto Gero spera che giunga un momento in cui le cose cambino, in cui per lui e per tutti quelli intorno a lui arrivi il «punto di rottura», un bagliore di chiarezza che squarcia le nubi piene di pioggia, la realtà finalmente tirata a lucido, la vita che si mette a scorrere nella direzione giusta. Alla sua seconda opera Bernardo Zannoni racconta il mondo degli umani con la fantasia e la profondità emotiva con cui aveva narrato la società degli animali ne "I miei stupidi intenti". Scrive un romanzo che ha i tempi scomposti e incoerenti della giovinezza, lo sguardo in cui si fondono dolcezza e crudeltà di chi ha fame di vita, la comicità e l'assurdo delle menti che si avviluppano su se stesse. Dalle sue incursioni appassionate, fiabesche, avventurose, scaturisce un disegno di sorprendente realismo, un ritratto pieno di curiosità e di premura, al tempo stesso divertito e sgomento di fronte a quegli strani esseri che compongono il genere umano.
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Dettagli

2023
13 novembre 2023
180 p., Brossura
2000000130187

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Cento_book
Recensioni: 3/5
«E’ questo che fa l’amore ai mortali: li distrugge e li rattoppa».

25 è il secondo romanzo di Bernardo Zannoni, autore di I miei stupidi intenti – che a questo punto voglio assolutamente recuperare –, che è stato il più giovane vincitore del Premio Campiello. Non so se bello quanto il suo esordio, che ha riscosso molti consensi, ma la prosa di Zannoni che è fatta di avanzamenti e poi indietreggiamenti non mi è affatto dispiaciuta. L’autore, seppur la giovane età sa ben tratteggiare il pathos e i malesseri che caratterizzano quella fase di passaggio che segna l’adolescenza dall’età adulta, quell’età che ti mette alla prova, che ti impone di trovare un proprio centro e una propria direzione, di avere qualcosa da raggiungere, magari una famiglia e dei figli, o comunque possibilmente un lavoro sicuro. Ecco Gerolamo, è nella fase di mezzo sta capendo ancora chi è, ma sopratutto chi vuole essere, con l’appoggio amorevole di sua zia Clotilde. Nel mezzo di questa indagine interiore, alcuni episodi che mantengono viva la narrazione, come il suicidio di un amico, uno scambio di identità forzata, l’accudimento di un uccellino. «Le ombre, come le chiamava lui. Erano le compagnie occasionali, gli amici fasulli, sempre pronti a prendere qualcosa per poi dileguarsi, che fosse una notte o un’intera settimana. Non davano niente e non lasciavano tracce, a parte quando ti distruggevano casa, o elemosinavano qualcosa. Di ombre ce n’erano tante, un numero quasi infinito. Potevano essere fugaci, oppure s’insinuavano pian piano nelle vite degli altri, per prendere ciò che gli serviva e svanire al momento adatto. Gero stesso era stato un’ombra per qualcuno. In certe occasioni, per altri ancora lo era». Un romanzo sentimentale che in maniera lieve, senza tanti fronzoli ci parla dell’esperienza umana, e di quella fase di passaggio che ci fa perdere ogni certezza, e come un punto di sutura ci apre dandoci il compito di ritrovare tutti gli elementi per rimarginare la ferita e trovare la nostra direzione in un mondo fatto di ombre.

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Paola g
Recensioni: 3/5
Tre stelle e mezzo

Succede poco ma succede tanto in questa vita del protagonista apparentemente monotona e priva di emozioni. Non so ancora ben definire se mi sia piaciuto o no però è veloce da leggere e qualcosa mi ha lasciato. Peccato qualche scivolone come “a lavoro” invece di “al lavoro”. Un vincitore del campiello non dovrebbe caderci (anche intravvedere con due V non è il massimo)

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Christian
Recensioni: 3/5
En passant...

Dopo il suo primo lavoro, molto interessante, Bernardo Zannoni scrive un racconto di formazione, sicuramente altrettanto stimolante nei suoi "intenti", che però non sembra avere lo stesso spessore dell'esordio. Diciamo che tra i molti scritti "generazionali" è sicuramente più intrigante di altri, pluripremiati, che definire noiosi è poco. Qual è il motivo che impedisce spesso ad un giovane di "realizzarsi", o anche di fallire, e ritentare, ma insomma almeno di provare a vivere? La paura del salto, la propria insicurezza rispetto all'imprevedibilità dell'esistenza, che scoraggia e porta forse a preferire un'eterna immobilità, ma almeno stabile, a modo suo? E di chi sono le responsabilità di tale atteggiamento? Belle domande, certo, mi aspettavo non delle risposte da questo libro, ma uno scavare un po' più approfondito, attendo comunque con fiducia le prossime prove di uno scrittore che sembra sapere il fatto suo, senza dubbio.

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Bernardo Zannoni

1995, Sarzana

Bernardo Zannoni è nato e vive a Sarzana. Con I miei stupidi intenti (Sellerio 2021), il suo primo romanzo, ha vinto il premio Campiello 2022. «Non me l’aspettavo, questa è la mia opera prima e ho già fatto un casino» - ha dichiarato lo scrittore - «Ho cominciato a ventuno anni, poi ho interrotto e quindi ripreso questa storia ambientata in un bosco dove gli animali si comportano come uomini. Volevo fare un romanzo su una volpe, le faine sono un po' come le volpi, ma meno conosciute e così ho pensato: "perché non una faina?" È più originale, meno scontata.»Del 2023 la sua seconda opera, un romanzo di formazione: 25 (Sellerio).

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