La compilazione traccia storie che si ramificavano e rigeneravano continuamente, dal percorso da Lo Noize a Strange Militia, dall'evoluzione estemporanea di due Aidons La Norvege, con due australiani di transito a Perugia, in Future Sense, con la pop wave sintetica di Voices Can Lie To Us, o in Dosshouse, con ancora persistenze wave in La Stagione Delle Piogge, da Anime di Gomma ad X-offender... - Blow Up
Agglomerati effimeri e progetti che, dalla provincia della provincia, elaborano lo spontaneismo iniziale in forma via via più definite, in più di un'occasione con risultati notevoli. iniziativa che si conferma preziosa - Rumore
La catastrofe nucleare e l’educazione sentimentale, le avanguardie storiche e il postmoderno, il teatro delle crudeltà e il nuovo romanticismo, tutto insieme in un disco, in una canzone, in un nastro riciclato decine e decine di volte. Fu come un virus, diffuso tanto capillarmente da penetrare anche laddove non ti saresti mai aspettato, fra le mura medievali delle città e dei paesi dell’Umbria, arroccati, isolati, distanti anni luce dal ritmo frenetico delle metropoli eppure allo stesso tempo al centro di un pensiero che attraversava trasversalmente i luoghi e gli spazi più disparati. Si era in pochi, pochissimi “alieni”, intabarrati nei trench neri d’ordinanza o nei panni del perfetto insospettabile, con l’hairstyle fresco di visita a Camden Town o gli occhialoni a montatura larga da nerd universitario. Incontrarsi e conoscersi era già un successo. Così ad esempio avvenne a Terni, quando dal nucleo originale dei Water Krause scaturirono tra gli altri Die Crucis, Nengue, Res Maies, Gli Elettrici e soprattutto Ipnotico Tango, i cui tre brani inclusi nella compilation “Ref.907” dell’Italian Records rimangono a tutt’oggi fra le cose più folli e residentsiane prodotte dalla new wave italiana. E dagli Ipnotico Tango poi nasceranno i My Mine, gli unici del lotto a raggiungere il successo internazionale con l’italo-disco di Hypnotic Tango, mentre in città già si dipanava un altro filone legato all’hardcore-punk dei Warhead. Terni, che con le sue acciaierie può essere considerata la città industriale per eccellenza, poco o nulla ebbe però a che spartire con l’industrial music (qui genericamente intesa come un rumorismo free form catastroficamente “do it yourself”) che per assurdo in Umbria fece proseliti proprio in quegli scenari bucolici associati al cliché del “cuore verde dell’Italia”: nella zona di Assisi con la fanzine The Scream e il bric-a-brac rumorista di Twilight. Marshes ed Exules of Joy, a Bevagna con i progetti di Vincenzo Viceversa (tra gli altri Officina dello Sterminio e Maschiettatura Pinacoide) e la sua fanzine Dim Vales, a Città di Castello con la fanzine/tape label Dioxide Du Chrome e le chitarre dei Filth, votate - come già il nome del gruppo esplicitamente rivela - al suono newyorchese di Swans e Sonic Youth. Abbozzi o forse aborti e poco più, comunque valide testimonianze della caotica creatività espressa in quegli anni da vari adolescenti e giovanissimi che trascorrevano il loro tempo libero armeggiando con nastri, registratori, fotocopie e collage, nel tentativo di appartenere a un disegno più ampio e divenire parte integrante della “scena”.
Leggi di più
Leggi di meno