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Secondo libro del "Mare della fertilità". Rispetto a "Neve di primavera" Mishima snellisce il suo stile, rendendolo più scorrevole. Vengono anche snellite le descrizioni, a favore della narrazione. Sicuramente molto meno lirico e prolisso di Neve di primavera, l'autore racconta di un giovane che decide di morire per salvare la propria patria da quelli che ne ritiene i traditori. Critica all'apertura sempre più crescente, ai tempi, del Giappone nei confronti del liberismo, vista da Mishima come perdita di sovranità.
Mishima scrive maledettamente bene. E quando scrivi bene puoi scrivere anche un trattato sulle "briciole della tovaglia", e io lo leggo tutto. Secondo volume della tetralogia, romanzo in quattro parti che Mishima ha scritto prima di darsi la morte. Pubblicato anche con il titolo "Cavalli in fuga", la storia porta avanti i personaggi che conosciamo in "Neve di Primavera". Difficile raccontarlo: facile cadere in elucubrazioni politiche. Il libro è comunque profondo, filosofico e tutto molto poetico. E le due righe finali del romanzo valgono tutta la storia. Difficile per chi ha letto Proust non cadere nel gorgo Mishima, davvero difficile. E ora vado verso il terzo capitolo.
Secondo libro della tetralogia "Il mare della fertilità",quindi primo seguito di Neve di primavera. Rispetto al primo libro l'ho trovato scritto in uno stile meno pomposo e classico. Oltre al personaggio prinicipale Honda, riprende alcuni temi presenti anche nel primo libro sviluppandoli in maniera leggermente diversa,ma forse propio questa sensazione di deja vu mi ha fatto preferire il primo libro.Non che questo sia brutto,assolutamente.
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