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A me è piaciuto molto ! Trama avvincente, ottima descrizione dei personaggi e delle ambientazioni, è stata una bella sorpresa. Vediamo di leggere i prossimi, Liz mi ha appassionato ! Brave !
Dal primo libro dell'ex direttrice dei servizi segreti ci si potrebbe aspettare qualche cosa di più. Un thriller discreto senza nulla che lo possa distinguere dagli altri. Molto distante dai primi libri di LeCarrè, McNab, Haney, King......
Il libro d'esordio della ex direttrice dell'MI5, i servizi di controspionaggio inglesi, si colloca nel genere del thriller d'azione, come "Il 4 protocollo" di Frederick Forsyth, poichè, almeno inizialmente, la trama di "A rischio" ricorda quella del libro di Forsyth. L'aspetto che ho trovato più interessante è stato l'indagine psicologica per cercare di entrare nelle menti dei terroristi. Per cercare di anticiparne le mosse, ma anche per creare nei loro confronti una sorta di pressione "quello che voglio è che cominci a sentirsi sotto pressione ventiquattro ore su ventiuattro: ad avere la sensazione di non potersi più permettere di riposare, di fermarsi, nemmeno di pensare". Emozionante e tragico, il finale, nel quale si arrivano a capire le vere motivazioni del gesto terroristico, da parte di Faraj: è sangue che richiama altro sanfgue e che Liz descrive con le parole del poeta latino Tacito "fanno il deserto, e poi la chiamano pace". L'autrice traccia un quadro cupo e inquietante, come solo una persona con le sue conoscenze nel campo dei servizi: ma anche un quadro molto reale, come i recenti attentati del luglio 2005 a Londra hanno dimostrato.
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