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Titolo: Addio, Lugano bellaAutore: Maurizio BinaghiEditore: Armando Dadò editoreData: 2002Legatura editoriale con sovraccopertina. Illustrato . Usato in buone condizioni.
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La più celebre delle canzoni anarchiche italiane fu composta nel 1895 da Pietro Gori sulle note di un anonimo brano musicale della tradizione popolare toscana, "Addio a Sanremo" . La vicenda narrata nel testo e nel bellissimo libro di Maurizio Binaghi è autobiografica: l'autore venne infatti espulso, insieme ad altri dodici compagni, dalla vicina Svizzera, dove erano rifugiati politici e gli stessi esuli la cantarono per la prima volta sotto le pensiline della stazione di Lugano, in attesa di partire per una nuova "patria". In realtà ne esistono due differenti versioni, questa contenuta nel libro è quella ufficiale, l'altra, vergata dal Gori medesimo in punto di morte, è oggi conservata fra i manoscritti dell'archivio storico del comune di Portoferraio (LI) ma le diversità sono assolutamente marginali.
"Anche la Svizzera conobbe l'epoca torbida e disperata che segui' la Grande Guerra" come scrisse Hermann Hesse. Ma in modo ovattato, quasi rimosso. Nel Canton Ticino, pero' ci fu in quel tempo chi si batte' con dedizione e coraggio per non adattarsi all'idea della Svizzera come una "repubblichetta di seleniti" apparentemente estranea e immune agli sconvolgimenti in atto appena fuori dai confini, in realtà campo libero per le banche e le "potenze occulte del denaro" ma anche Terra di Libertà e di Tolleranza ove perseguitati ed esuli politici (molti anarchici) e religiosi (molti ebrei) furono ospitati attraverso i secoli nel Cantone Ticino in circostanze drammatiche. La canzone dell'avvocato Piero Gori, che dona il titolo al bellissimo Libro di Maurizio Binaghi, doveva risvegliare la coscienza di classe. I primi versi: "Addio Lugano bella, o dolce terra pia, scacciati senza colpa, gli anarchici van via, e partono cantando con la speranza in cor..."
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