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Alberto Sartoris. Novanta gioielli. Catalogo della mostra (Torino, 1992). Ediz. illustrata - copertina
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1992
256 p., ill.
9788820210335

Voce della critica


scheda di San Martino, P., L'Indice 1992, n. 9

II catalogo, oltre a rappresentare un meritorio anche se tardivo omaggio ad una delle figure più originali del razionalismo architettonico torinese, viene anche a colmare una vistosa lacuna nella bibliografia, nutrita ma disordinata, della storia del moderno in Italia. Sartoris fu certo tra i personaggi più interessanti tra quelli maturati nel corso degli anni venti, quando il citazionismo decadente dello stile eclettico segna il passo rispetto alla reazione puristica, intransigente, giovanilistica della nuova architettura. Suoi punti di riferimento sono i profeti di una verace architettura moderna - Le Corbusier e Terragni innanzitutto -, suoi avversari sono i sostenitori della "falsa architettura moderna" come Marcello Piacentini. Il suo percorso è di una consequenzialità tipica del periodo: dagli esordi neofuturisti accanto al gruppo torinese capeggiato dall'attivissimo Fillia, dalla collaborazione con Casorati (o meglio di Casorati con Sartoris) per lo scomparso teatrino di casa Gualino, all'adesione al razionalismo architettonico del Gruppo 7 e del Miar. Sartoris si distingue per la lucidità con cui affronta i problemi del progetto, per la sua innata capacità di vedere per stereometrie, per la sua chiarezza didascalica nel proporre soluzioni e tipi architettonici di assoluta e autonoma coerenza formale.

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