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Dalla parte di Swann ha una funzione di preludio alla Ricerca del tempo perduto: vi appaiono i maggiori temi e i principali personaggi. Ma come il senso della ricerca si chiarirà solo alla fine, così i temi e i personaggi subiranno nel corso dell’opera metamorfosi tali da renderli pressoché irriconoscibili. Sono indicate però alcune grandi linee che ordineranno sino alla fine l’abbondante materia narrativa. Questo primo volume della Ricerca del tempo perduto, curato come tutti gli altri da Giovanni Bogliolo, è ricco di contributi di prestigiosi collaboratori, tra cui l’introduzione di Carlo Bo e il saggio di Giovanni Bogliolo “Proust e la critica italiana”.
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Primo approccio con questo autore. La prosa è ricca e a tratti complessa. A volte si ha la sensazione che alcuni periodi, lunghissimi e pieni di incisi, non abbiano un reale senso compiuto. Ma, superato questo scoglio, quando ci si abbandona al languido fluire dei ricordi, si entra in un mondo di infinita delicatezza e profondità spirituale. Memorabile nei capitoli iniziali la sequenza in cui, con mille scuse, il giovane protagonista, a cui viene negato il bacio della buona notte da parte della madre, inventa espedienti per far si che sua madre salga in camera sua. Una sensibilità quella di Proust che sfiora i limiti della morbosità confondendo i limiti tra desiderio, malattia, puerilità e desiderio di morte. Molto bella la parte finale intitolata "Un amore di Swann" in cui la capacità di comprensione dei meccanismi dell'innamoramento raggiunge vette ineguagliabili.
Con questa recensione sarò una goccia nell'oceano ma io ho letteralmente ODIATO questo libro tanto da non riuscire a portarlo a termine (evento rarissimo per me). La scrittura di Proust è pesante, noiosa e molto prolissa. Ho letto un centinaio di pagine che però non hanno detto assolutamente nulla. Decisamente bocciato.
Dentro di ciascuno di noi ci sono percezioni e sentimenti talmente profondi e sfuggenti che nemmeno i nostri stessi pensieri sono in grado di definirli. Marcel Proust è il genio che riesce a farceli rivivere. Per questo è il più grande scrittore che io conosco, ed il terzo più grande scavatore dell'animo umano. Periodi complessi, non sempre di facile lettura.
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