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Anno edizione: 2019
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Shakespeare è inarrivabile e la trasposizione cinematografica è una sfida impegnativa, detto questo Gibson è bravo e il film godibilissimo.
Concordo con il giudizio di Nathanael. Nonostante le bellissime scene e i paesaggi, questo Amleto è una "riduzione cinematografica" (come si usava dire ai bei tempi in cui si faceva Cultura) così lontana dal testo originario ke sembra un'altra opera. Manca la tensione, manca la finta follia (quella ke Gibson pretende di interpretare è umorismo da taverna), manca l'autospiegazione dell'origine della folla, manca la famosa battuta "C'è del marcio in Danimarca" (ke x me è l'essenza da cui trae tutto il resto della tragedia), manca l'intimità dell'amiciza con Orazio (ridotto quasi a una comparsa), non ha alcun senso la scena incestuosa con la madre e sopratutto manca l'arrivo finale di Fortebraccio, personaggio quasi insignificante ke tuttavia funge da elemento liberatorio e quasi risolutivo nel momento di massima tensione della tragegia. Per non parlare del suo "essere o non essere": semplicemente la peggiore interpretazione mai vista (pure le compagnie oratoriali saprebbero fare di meglio)
Straordinari interpreti per una riuscitissima versione dell'Amleto,nel confronto Branagh-Gibson,è incredibilmente quest'ultimo ad avere la meglio.C'è nella tensione drammatica che Branagh non abbandona per tutto il lunghissimo film, un che di legnoso,contratto,sembra che l'attore quasi non tiri il fiato per tutto il film,c'è invece nell'interpretazione di Gibson,snobbata dai critici peraltro,una malinconia,una struggente incertezza,che rendono la sua prova veramente memorabile. In entrambi i casi,emozionanti, i doppiaggi italiani,che danno ai film molto del loro valore.Non capisco infatti,chi predilige vedere i film in lingua originale,in particolar modo in inglese o americano.I nostri doppiatori,da generazioni,hanno il dono di regalare un'espressività,un'emozione,una fortissima personalità,che gli stessi attori,nella loro lingua madre non riescono a rendere.
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