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Uno scivolone letterario ogni tanto può capitare, soprattutto a chi scrive a ripetizione una serie incentrata su un solo protagonista , e questo è senz’altro il caso de “L’angelo caduto”. Il testo appare messo insieme in maniera piuttosto raffazzonata, partendo da un traffico di reperti archeologici a Roma per finire a un quasi inizio di Intifada a Gerusalemme, senza che i vari eventi siano armonicamente collegati come negli altri romanzi. La figura del papa, poi, risulta assolutamente fuori centro: chi conosce la secolare, proverbiale prudenza del Vaticano, difficilmente troverebbe verosimile un pontefice che si schieri apertamente con gli ebrei contro i palestinesi, e per di più in un viaggio ufficiale a Gerusalemme con un discorso ripreso da tutte le testate mondiali L’autore comunque appare sempre molto ben documentato , soprattutto sulla topografia delle città scenario, segno di un lavoro molto serio condotto in parallelo alla stesura. Ci sono, però, due imperdonabili sviste, non so se dovute a Silva o al traduttore: la prima riguarda la steganografia il cui primo esempio viene correttamente attribuito a un re di Sparta, Demarato, ma posto nel V sec. d. C., mentre è ovviamente del V sec. a. C., la seconda riguarda un’esclamazione di Chiara (la moglie di Allon) che sbotta in un “Cristo!” di chiara matrice americana, ma certo inappropriato sulla bocca di una donna ebrea italiana.
Deludente: l'incipit è buono, ma poi l'Autore cambia bruscamente direzione, trasformando un romanzo (carino) sul traffico internazionale di opere d'arte in un calderone senza capo né coda. Il peggiore (nettamente) della serie di Allon
Effettivamente questo libro non è al livello dei precedenti. Il ritmo è più blando, la trama abbastanza scontata. Comunque godibile, ma solo per coloro che già conosco la storia del mitico Allon. Spero che Silva si sia preso un momento di vacanza e torni con una prossima avventura, nuovamente avvincente.
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