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Ho letto con molto piacere questa antologia e devo dire che non ne sono rimasto deluso. 12 racconti completamente diversi fra loro che spaziano per ogni sfumatura del genere fantastico. A parte un paio di racconti che non sono proprio riuscito a farmi piacere, per il resto questa antologia merita di essere letta.
Fra i dodici racconti di questa antologia che più mi hanno colpito per il pathos che riescono a creare e per lo svolgimento che è più aderente alla realtà, pur se immersa in un contenitore di fantasia, ricordo in particolar modo jay.rtf (Lake Effect), in cui le paure recondite emergono con Pazuzu, il demone del vento, che trova una consacrazione nel reperto archeologico di una statua che lo rappresenta. L’autore, Danilo Arona, sembra volerci dire che sta a noi non materializzare il nostro inconscio. Sempre inserito nell’archeologia è anche Il Diluvio, di Daniele Bonfanti, dove con il ritrovamento della mitica Arca con il suo Noè, risvegliatosi dopo millenni, si esprime il timore latente di una nuova tragedia, con l’innalzamento delle acque, per effetto dello scioglimento dei ghiacci. La Fenice di David Riva, che ho particolarmente apprezzato per il linguaggio metaforico, con la forte carica della verità tale da prevalere sulle forze del male, è un appassionante duello in un campo di reclusione sovietico. Per descrizioni dell’ambiente, per l’atmosfera rarefatta, secondo me questo è il migliore dei dodici. Ma anche Matmon, di Strumm, e Sirene, di Samuel Marolla, evidenziano timori ancestrali, con un percorso narrativo che avvolge il lettore in una spirale, senza poi dimenticare Di Madre in Figlia, di Biancamaria Massaro, che tratta con finezza psicologica nuove paure rivenienti da conquiste allucinanti della scienza. Un discorso a parte, stante una forte componente filosofica , è invece quello che merita Il Cartografo, di Alberto Priora. Il suo è un fantastico atipico di grande creatività, ma è anche un discorso sulla continua ricerca da parte dell’uomo dei suoi limiti. Alessandro il Macedone teso alla conquista del mondo non riesce a concretizzare un’ossessione che è anche il destino di chi vuole conoscere completamente se stesso. Archetipi merita senz’altro di essere letto.
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