L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo libro è un adattamento moderno della famosa “Anabasi” di Senofonte. Inizia seguendo la ribellione di Ciro il Giovane contro il fratello Artaserse II, continuando con la ritirata dei suoi mercenari greci verso ovest. Sebbene ci siano battaglie e descrizioni dei momenti bellici, questa è principalmente la storia di una lunga ritirata che l’autore riesce a rendere una vera impressa. Evocativa, vivida, emozionante, ricca di momenti intensi e alle volte drammatici. Personalmente ho trovato il finale eccezionale e del tutto inaspettato, anche se poco plausibile e non adeguatamente spiegato. Anziché un guerriero al centro del libro vediamo una donna, Abira. Un personaggio abbastanza ben costruito, forte, intelligente, coraggiosa, che ci fa avere un punto di vista singolare su tutta la vicenda. Oltre a lei compaiono molti altri personaggi, più o meno approfonditi e interessanti, che contribuiscono ad arricchire la storia. Tra tutti ci tengo a sottolineare il mio disprezzo per Parysatis, che nella sua arroganza ha spinto i suoi figli a combattersi, scatenando una guerra civile che ha reso vulnerabile la sua terra (tra le altre cose). Nel suo lungo viaggio l’armata incontra molti popoli e luoghi notevoli e singolari, che rendono la trama sempre intrigante ed esotica. L’unica pecca, ormai un vizio per gli autori occidentali e soprattutto italiani, è la poca correttezza verso l’Impero Persiano, portata avanti con squallide critiche facilmente individuabili. In particolare bisogna sempre ricordarsi che i greci non erano molto attendibili nel descrivere i popoli che consideravano “barbari”, per cui non si può essere certi su quanto sia attendibile l’Anabasi. In secondo luogo, e questo lo preciso solo perché lo ritengo fondamentale, i persiani avrebbero potuto accettare Ciro come Re, se avesse vinto, ma nessun altro, poiché per la loro giustissima mentalità solo chi apparteneva alla dinastia Achemenide poteva governare sull’Impero Achemenide.
Dopo decine di romanzi storici sono ritornato a uno degli autori che anni fa mi hanno fatto appassionare al genere e devo dire che la lettura de L'armata perduta mi ha ripagato della scelta. Gli avvenimenti narrati da Manfredi sono tra i più interessanti e discussi della storia antica. I luoghi che l'armata durante il suo interminabile viaggio raggiunge sono descritti con la vividezza e la precisione di chi a sua volta ha compiuto, almeno in gran parte, lo stesso percorso per motivi di studio. Si passa dal deserto alle montagne fino al mare, dal caldo al freddo, tutti gli elementi atmosferici sono rappesentati e quasi personalizzati, la descrizione di luoghi e situazioni oltre che precisa è quasi poetica, riesce a far immaginare nitidamente ciò a cui si riferisce, trasferendo al lettore le conseguenti sensazioni ed emozioni. Le battaglie, ognuna diversa dalle altre e tutte accomunate dalla violenza e dalla ferocia che le contraddistinguono, sono vissute quasi in prima persona assieme ai mitici ed invincibili mantelli rossi e ai loro compagni, contro le più disparate popolazioni. Tanti i personaggi rappresentati: eroi, traditori, spietati, generosi, carismatici, tra tanti altri Xeno, Sophos, Mennon, ma quello che probabilmente suscita più empatia è un personaggio femminile, Abira, che narra in prima persona le vicende rievocandole, e che da un piccolo e sperduto villaggio, nel quale presumibimente avrebbe trascorso monotamente la sua intera esistenza, si ritrova per le sue vicende personali assieme all'armata a vivere in un anno le esperienze di cento vite. Il fatto che spesso sia una ragazza giovane e inesperta come Abira, ad accorgersi e prevedere situazioni di pericolo e di tradimento in un esercito composto da veterani professionisti è un pò inverosimile, ma questo è un piccolo neo rispetto alla bellissima storia che Manfredi ci ha fatto vivere, con un degno finale che, anche se non del tutto imprevedibile, sorprende e appaga forse perchè ormai inaspettato.
Amante dei romanzi storici ed incuriosita da questo autore di cui non avevo mai letto nulla mi sono immersa nella lettura di questo romanzo con entusiasmo....un inizio ricco di aspettative che si sono dissolte strada facendo a causa della dilungazione della storia!!!! Particolare e toccante la parte finale!!!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore