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Ammaliato dalla splendida vista di Ancona dall’altura di San Ciriaco, Boncompagno da Signa volle cimentarsi, caso unico nella sua vita, in un’opera di storia. Nacque così il Liber de obsidione Ancone, in cui vengono descritti personaggi e dettagli di un avvenimento che aveva messo a dura prova la città: l’assedio posto nel 1173 dalle truppe di Federico Barbarossa, via terra, e dalla flotta veneziana, via mare. Nella narrazione l’intera città, che seppe resistere nonostante la disparità di forze e la morsa della fame, diventa eroe, con i suoi soldati anonimi e con i personaggi che mai più saranno dimenticati, come la coraggiosa Stamira. La loro virtù consentì ad Ancona di sopravvivere fino all’arrivo delle truppe alleate della Lega Lombarda, che dileguarono esercito imperiale e flotta veneziana.
Di quest’opera avvincente venne a sapere Ugolino Gosia, professore di diritto all’Università di Bologna il quale, quando nel 1201 fu scelto dagli Anconetani come podestà, propose a Boncompagno di rivedere il testo per una lettura pubblica in Ancona, ad elogio della città. Boncompagno accettò volentieri, i due si imbarcarono, ma all’altezza di Senigallia una tempesta li fece naufragare. Boncompagno però riuscì a portare a terra intatto l’involucro che custodiva il manoscritto, salvando per gli Anconetani di allora e per noi oggi quelle gesta romanzesche.
scheda di Meliga, W. L'Indice del 2000, n. 10
Boncompagno, toscano di Signa ma professore di retorica a Bologna (morto dopo il 1240), Š una figura poliedrica, che esce dallo stretto ambito dell'universit… e della sua disciplina. Da studi ed edizioni recenti - fra cui un'altra a cura dello stesso Garbini, Rota Veneris (Salerno, 1996) - viene fuori un uomo attento alla vita del suo tempo, con un certo gusto per la cronaca e l'osservazione del mondo. Qui Boncompagno racconta l'assedio portato ad Ancona nel 1173 per opera delle truppe di Federico Barbarossa e delle navi di Venezia. L'episodio si inserisce nel quadro delle rivalit… fra il Barbarossa e l'Impero d'Oriente, che aveva in Ancona un alleato in terra italiana, e fra Venezia, occasionale alleata dell'imperatore, e i bizantini. L'assedio fall, per la determinazione degli anconetani e grazie al soccorso di truppe lombarde e romagnole. Boncompagno racconta tutto con molta cura e con particolare attenzione ai discorsi dei vari protagonisti della vicenda (i cittadini e le cittadine di Ancona; l'ambasciatore greco; i comandanti dei soccorritori, fra cui una nobildonna). Tale scelta compositiva ha il suo modello lontano nella storiografia classica, ma si lega direttamente al nuovo uso della parola nella citt… medievale italiana, a quell'ars dictandi di cui Boncompagno Š un professionista. L'uso non Š solo dello scritto, dell'epistolografia e della poetica, ma anche della parola parlata, proprio della predicazione e dell'oratoria politica cittadina, in cui vive anche una parte della teatralit… e dell'ineliminabile oralit… della letteratura medievale. Dalla retorica e dalla storia - e dalla pubblicistica municipale: Boncompagno pubblica il Liber su invito del nuovo podest… di Ancona - alla letteratura il passo Š breve, grazie alla vena narrativa che il professore dimostra anche in altre opere, come la Rota Veneris, che mescola ai modelli di lettere d'amore motivi e spunti di novella, o il Boncompagnus, il suo manuale pi— famoso, corredato di quadretti di vita del tempo. Boncompagno va letto con un occhio alla letteratura che verr…, quella della novella italiana, ma anche a quella a lui contemporanea o di poco successiva, alle prosificazioni delle materie di Francia e di Bretagna e alle cronache di crociate e battaglie, prima in francese e poi in italiano. Il Liber de obsidione Ancone Š un buon inizio per avvicinarci a Boncompagno, autore forse noto di nome ma, credo, letto pochino. Questa edizione si raccomanda anche per l'introduzione, che sviluppa bene gli accenni qui fatti sui modi di intendere e scrivere la storia nell'Italia dei secoli XII e XIII e sui rapporti tra storia e letteratura.
Walter Meliga
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