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Anno edizione: 2023
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359 9788804551744 Ottimo (Fine) .
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Questo è il primo libro di Pinketts. Non so se ne leggerò altri. Effettivamente è la grande padronanza della lingua italiana che Pinketts dimostra di possedere che ti tiene appiccicato al libro piuttosto che la trama, farraginosa e fantastica, un pò forzata, ma sempre riconducibile alla personalità un pò "sui generis" dell'Autore che ho avuto modo di ascoltare ad un festival del noir di Courmayeur di qualche anno fa. Forse non è il mio genere, ma comunque "L'assenza dell'assenzio" rimarrà per me un'esperienza dal gusto dolce-amaro e Pinketts lo ricorderò così come l'ho conosciuto: esempio di scrittore assolutamente unico nel panorama letterario, simpatico guascone sempre in perfetto equilibrio tra autore colto e anarchico viveur milanese.
Indipendentemente dalla trama che può non entusiasmare, il massimo dei voti per come Pinketts "palleggia" con la lingua italiana.
Bravo Pinketts! Non lo conoscevo ma certamente lo scrittore milanese offre al pubblico, attraverso una scrittura fresca e disorientata, la rocambolesca storia di un trentenne che rifiuta la "trincea" e decide di impattare la vita, viverla frontalmente (tra peripezie semplicemente quotidiane e incontri casuali) succhiarla emozionalmente fino a varcare l'ultima porta, quella dell'assenza del vuoto. Nessuna pesantezza trascendentale (per fortuna) e pochissime forzature. A mio avviso AGP si inserisce di forza nel filone Hornby, Morozzi (soprattutto), Piperno (solo per certi versi) e Bergonzoni (visto che giochicchia con le parole con una dimestichezza), ovvero tra quel gruppo di giovani autori che costituisce la vera "nuova leva" della rinascente letteratura italiana. Leggerò il conto dell'ultima cena
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