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Sapevo di andare incontro a tutte le sensazioni, che leggere la storia di Anna, le poesie e le lettere mi avrebbero procurato: rabbia, vergogna, odio, tristezza, commozione. Sapevo e per questo ho cercato di trovare il momento adatto per aprire queste pagine. Fin dalla prima storia la stretta al cuore è forte, i versi delle poesie tagliano come lamette e le lettere scritte da chi ama i propri figli più di se stessa commuovono profondamente. Silvana, ti ringrazio dal profondo del cuore per avermi regalato questo libro e sono fermamente convinta che debba essere letto da tutti. Il mondo è pieno di luridi schifosi, che violano piccole creature indifese, sia fisicamente che mentalmente. Le violentano non solo nel corpo ma anche nell'anima, lasciando cicatrici che non se ne andranno mai. Non dirò quanto odio provo per questa feccia umana, e nemmeno quello che auguro ad ognuno di essi perché va oltre ogni pensiero di carità umana, ma appunto "umana". Non credo che essi siano bestie, perché nutro un rispetto altissimo per gli animali e non riesco nemmeno a trovare un vocabolo per definire questo vomito della società, che meriterebbe di essere ripulito con un bel getto di idrante, per sempre, come il vero vomito o la cacca di cane per strada. Mi dispiace solo di non riuscire a fare una recensione come si deve. Una recensione obiettiva di questo libro. Vorrei, ma i sentimenti non mi aiutano, anzi mi fanno solo scrivere quello che il libro mi lascia dentro. Questo libro è come una mano che si è stretta in un enorme pugno e mi ha colpito dritta nello stomaco, togliendomi l'aria. Poi una luce l'ha attraversato in pieno, questo pugno, sgretolandolo e lasciando al suo posto un piccolo uovo bianco, avvolto in piume calde, riscaldato dalla stessa luce e protetto. Lo voglio chiamare speranza. Speranza che un giorno il mondo si ripulisca veramente da questo schifo. I bambini dovrebbero essere il nostro tesoro più grande. La nostra ragione di vita, la nostra immortalità.
In un mondo distratto, privo di valori, dove l’individuo si concentra sull’edonismo, sulla materialità, sulla superficialità e l’indifferenza, ci sono scrittori attenti, che invece puntano il pensiero sull’essenzialità, sulla realtà, sulle piaghe del nostro vivere quotidiano, quel vivere occulto, nascosto, celato e drammaticamente presente. La poetessa- scrittrice Silvana Stremiz, fa parte di quel genere di autori che sanno osservare e denunciare sottolineando con il cuore e la sensibilità di chi non si nasconde dietro false retoriche, mettendo il lettore a conoscenza di fatti e vicende dolorose dei giorni nostri; pedofilia, violenza sulle donne, dilemmi sulle coscienze come la storia tristemente famosa di Eluana Englaro . Fatti che scuotono le coscienze, facendoci spesso sentire limitati e impotenti, spettatori d’un vuoto esistenziale. L’autrice è un’attenta e sofisticata penna che si destra con sapienza fra narrativa e poesia, passando da il linguaggio e il ritmo musicale delle sue liriche al tono perentorio dei suoi racconti dai quali, scaturiscono immagini crude, canti sofferti dell’anima, dove il lettore viene travolto percependo quanto l’essere umano possa essere capace di tanta nefandezza. Un libro che è denuncia, ribellione, voglia di gridare “BASTA!”, e Silvana lo dice a chiare lettere, tanto da darne il titolo al libro stesso. Fra queste pagine però, fiorisce un fiore; sono le poesie, dipinti di parole, ritmi e metriche, suoni di verità, di pianto e dolore, poesie di canto ai figli, e sono queste poesie che sanno di buono, d’amore, di mamma. Versi che ci fanno comprendere di quanti risvolti ha la vita stessa, la vita con i suoi colori, le sue ombre, gli incubi profondi e i grandi sogni rosa che ci aprono alle speranze, alla luce in un domani che vorremmo certamente migliore!
Basta! Un Urlo che squarcia il silenzio. Ho preso in mano l’anima di una scrittrice, trovandomi emersa come protagonista di uno dei peggiori crimini della società, le pedofilia. Ho letto molti libri a riguardo, ma la storia di Anna ci fa protagonisti e vittime in prima persona di uno zio carnefice. Un libro che Squarcia in due l’anima di qualunque lettore anche il meno sensibile e il più disattento si ferma con il cuore in gola sospirando l’angoscia di quel drammatico vissuto. Basta! Un grido collettivo per dar voce a chi non ne ha più, per palesare il dolore di costoro perché sia il dolore di tutti quelli che aborrono simili nefandezze, perché sia un grido unanime che possa sconfiggere la crudeltà. Fermiamoci un istante ad ascoltare la disperazione che trapela da queste pagine e un Basta! di ribellione a certe atrocità nascerà spontaneo nel nostro intimo, facendoci riflettere e, possibilmente, agire di conseguenza, in tutti i modi in cui ci sarà possibile farlo. Questo non è un semplice libro di racconti e poesie, ma un faro che illumina le menti, con la speranza di riscaldare tanti cuori. È una carezza simbolica di Silvana Stremiz, a tutte le anime graffiate dalla Crudeltà. Facciamone tesoro!
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