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Può un serial killer affascinare? Può un serial killer suscitare simpatia? La risposta più ovvia sarebbe, senza ombra di dubbio, “No”, ma, dopo aver letto Billy Jhordan, si potrebbe avere qualche incertezza nel rispondere prontamente. Il libro in questione è scritto in prima persona dall’autore che si immedesima in un efferata macchina di morte astuta e calcolatrice e che riesce, pur nella crudezza del suo linguaggio, a farci affezionare al protagonista. È il caso o forse il destino ad aprire gli occhi di Billy su un mondo diverso e a farlo “giocare” con le vite degli altri ed è proprio per questo motivo che il protagonista sembra muoversi: per puro divertimento. Da dove nasce allora l’affetto nei suoi confronti? Dal fatto che Billy si costituisce e che si prende gioco, fino all’ultimo, di polizia ed istituzioni varie (persino del Presidente degli Stati Uniti) costringendoli a scendere a patti con lui, il colpevole, il killer. Oggetto del patto un libro in cui il carnefice confessa i suoi crimini: il libro dovrà essere pubblicato senza correzioni (la particolarità del romanzo infatti è quella di essere scritto proprio come l’avrebbe scritto Billy: carattere della macchina per scrivere, linguaggio spesso scurrile, forte, con lessico semplice, errori e cancellazioni) né censure prima del giorno in cui sarebbe stato “fritto” sulla sedia elettrica. Garanti del patto: due giovani ragazze in ostaggio. Alla fine, tra una poesia, un disegno ed una battuta ci accorgiamo di trovare quel pazzo maniaco simpatico e, perché no, noi donne, forse pure un poco attraente.
Concordo con Luca...il libro parte molto... dettagliato, poi, poobabilmente per meri vincoli della casa editrice al numero di pagine, accelera eccessivamente verso la fine...diciamo quando il protagonista comincia a operare a Boston. Detto questo, mi pare di non poter definire il libro "illeggibile" come ha fatto il mio rispettabilissimo predecessore (che spero di non offendere). Trovo invece sbalorditiva la figura di Billy Jhordan, quasi affascinante nella sua perfetta pianificazione dei suoi omicidi, cosìccome delle sue truffe. Ovviamente questo libro non verrà ricordato tra i capolavori immortali della letteratura ma direi che merita di essere letto...Ho letto solo un noir altrettanto incisivo in vita mia (Spider di Michael Morley)
Concordo con la recensione di Paolo, ma do "solo 2 stelline" perchè nonostante l'originalità della narrazione e lo sforzo dell'autore di immergersi nella mente di un serial killer, io l'ho trovato praticamente illeggibile. Non sono riuscito ad arrivare alla fine. Ma questa, voglio sottolineare è stata la mia personale esperienza di lettura.
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