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Billy Wilder - Maurizio Grande - copertina
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Billy Wilder - Maurizio Grande - copertina
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Descrizione


Il cinema di Billy Wilder è una sorta di territorio franco, di universo interstiziale, di zona protetta e recintata in cui si giocano liberamente i miti della società americana, sia pure ridotti al gioco ben giocato (A qualcuno piace caldo, Non per soldi... ma per denaro), o alla dimensione sublimata dello sport in cui si manifestano alla luce del giorno e di fronte al pubblico le strategie competitive (L'asso nella manica, Prima pagina). Proprio qui - sulla scena o sul quadrato - si compiono i riti simbolici dei ruoli e delle divisioni sociali (Sabrina, L'appartamento) e si percorrono i tracciati stabiliti o si tentano le loro inversioni (La fiamma del peccato, Scandalo internazionale, Stalag 17, Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?). Per questo, il cinema di Wilder è il luogo del rovesciamento della conformità alla legge sociale e alle sue finzioni sublimate; spazio antimitologico per eccellenza, dal momento che esibisce sullo schermo le crisi e le metamorfosi delle identità sociali raffreddate nel play, snaturate e date in pasto alle meccaniche del gioco rivelato (Viale del tramonto, Irma la dolce, Vita privata di Sherlock Holmes).
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Dettagli

2006
1 novembre 2006
160 p., Brossura
9788878701618

Voce della critica

Dal 2002 è in corso, presso Bulzoni, la meritoria ristampa delle opere di Maurizio Grande, uscite per molteplici case editrici nel corso degli ultimi quattro decenni e, in molti casi, ormai introvabili. Grande, scomparso nel 1996, è stato uno dei maggiori studiosi di spettacolo del nostro paese, si è dedicato con passione e straordinari risultati euristici sia al teatro che al cinema, affrontando temi e problemi di grande attualità ed è quindi con entusiasmo che salutiamo il ritorno in libreria del suo Billy Wilder, uscito originariamente per Moizzi nel 1978 e oggi riproposto in versione arricchita dal saggio Billy Wilder e lo spirito della commedia ovvero: le leggi della sopravvivenza, pubblicato nel 1982 sulle pagine della rivista "Filmcritica".
Il volume, curato da Roberto De Gaetano, è uno studio attento e innovativo dell'intera opera del cineasta austriaco esaminata per grandi temi al fine di costruire una mappa – come ricorda lo stesso De Gaetano nella sua brillante introduzione – che svincola "la scrittura critica dal suo debito con la cronologia dell'opera, cioè con la modalità più semplice di pensare la sua temporalità e storicità". Billy Wilder non è dunque una monografia tradizionale che ripercorre la filmografia del regista dagli esordi sino ai film della maturità seguendo gli sviluppi dello stile e intrecciando legami con il contesto politico-sociale in cui i lavori sono stati realizzati: è invece il risultato di un pensiero teorico ricco e articolato, capace di impossessarsi del cinema wilderiano nel suo complesso e di restituirlo al lettore-spettatore attraverso un'analisi sorprendente e, non di rado, spiazzante. La semiotica cinematografica mostra, in queste riflessioni, tutta la sua forza ermeneutica senza mai diventare fine a se stessa.
Ecco così sfilare, nello sviluppo delle riflessioni di Grande, i noir di Billy Wilder come La fiamma del peccato, Viale del tramonto e L'asso nella manica, con i loro "vinti", gli "isolati", i "marginali", ossia quei personaggi che vivono ai margini della società e che la società stessa ha creato "come valvola di sicurezza perché il 'positivo' possa continuare al di là di tutto". L'altra faccia del cinema di Wilder è invece rappresentata dalle commedie, come A qualcuno piace caldo, Uno, due tre! e Baciami, stupido. In esse non c'è posto per capri espiatori: è la società stessa a essere colpevole. Per integrarsi a essa, il singolo è costretto a pagare un prezzo molto alto, un prezzo che nasconde anche a se stesso attraverso una serie, sempre mirabile e sorprendente, di camuffamenti, stratagemmi, maschere e inganni. Lo studio di Grande, che non possiamo riassumere in poche righe, riesce così ad analizzare il modo in cui Wilder percepiva la società e i rapporti fra società e individuo, fornendo al lettore un quadro critico inedito e di appassionante profondità. Stefano Boni

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