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Raccolta di articoli di George Orwell pubblicati tra il 1936 e il 1946 in cui l'autore parla, oltre che di libri ovviamente, anche del mestiere del libraio, di letteratura, di libertà e del perché è diventato uno scrittore. Estratti dall'articolo intitolato "L'azione preventiva della letteratura":" Nella nostra epoca, l'idea della libertà intellettuale è sotto attacco da due direzioni. Da un lato ci sono i nemici della teoria, gli apologeti del totalitarismo e dall'altra i nemici immediati, concreti, il monopolio e la burocrazia. Uno scrittore, o un giornalista che voglia mantenere la propria integrità si ritrova osteggiato dalla deriva generale della società più che da una persecuzione attiva. Il tipo di cose che lo ostacolano sono la concentrazione della stampa nelle mani di pochi ricchi, la presa del monopolio su radio e cinema, la riluttanza del pubblico nello spendere soldi in libri...e il continuo clima di guerra degli ultimi dieci anni...Qui non sto cercando di affrontare l’asserzione familiare per cui la libertà è un’illusione…ma con l’affermazione molto più difendibile e pericolosa che la libertà sia sgradita e che l’onestà intellettuale sia una forma di egoismo antisociale…la controversia sulla libertà di parola e di stampa è in fondo una controversia della desiderabilità, o altrimenti del raccontar menzogne. Ciò che è davvero in discussione è il diritto di raccontare gli eventi contemporanei in maniera veritiera o per quanto la veridicità sia compatibile con l’ignoranza, il pregiudizio e l’autoinganno dai quali ogni osservatore è necessariamente colpito…Libertà intellettuale significa la libertà di riportare ciò che si è visto, udito e sentito senza essere obbligati a fabbricare fatti ed emozioni inventati…Dal punto di vista totalitario, al storia è qualcosa che si crea piuttosto che qualcosa che s’impara. Uno stato totalitario è in realtà una teocrazia e la casta che lo governa per mantenere la posizione, deve essere considerata infallibile.”
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