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Anno edizione: 2013
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Romanzo storico ambientato durante l'assedio inglese di Copenaghen del 1807. Fa parte del ciclo del soldato Richard Sharpe, coinvolto nelle guerre napoleoniche. A parte l'ambientazione insolita, mi risulta essere l'unico libro dedicato alla guerra anglo danese del 1807, è un romanzo d'avventura piuttosto semplice e banale, senza infamia e senza lode.
Eccoci arrivati alla prima avventura europea di Richard Sharpe. La scrittura dell’autore ricrea magistralmente tanto il degrado dei peggiori quartieri di Londra quanto la splendida serenità di Copenaghen, dove avranno luogo alcuni degli eventi meno noti, ma sempre molto interessanti, delle Guerre Napoleoniche. Per quanto riguarda l’ambientazione e la ricostruzione della campagna Cornwell si fa ancora una volta onore, soprattutto nella “rievocazione danese”. Tuttavia la sua ottica riguardo alla guerra appare completamente diversa rispetto al solito: quella che descrive in queste pagine non è una gloriosa vittoria britannica, certo a conti fatti i britannici ottengono una vittoria, schiacciante tra l’altro, descritta però come un’azione di cui vergognarsi seppur necessaria. Una cosa che sorprende di Sharpe è il suo essere un protagonista assolutamente reale. Non è un eroe senza macchia e senza paura, ma un uomo pieno di rabbia e frustrazione, che arriva a meditare la diserzione, mantenendo sempre una connotazione positiva grazie al suo coraggio e al suo senso del dovere (sebbene quest’ultimo non proprio assoluto). Sebbene continui ad apparire raramente il generale Wellesley ha sempre qualcosa di straordinario, sia nelle proprie caratteristiche sia nelle interazioni con Sharpe. Spero davvero che con l’approssimarsi delle sue guerre in Spagna diventi un personaggio più stabile nella narrazione. Lavisser invece è un antagonista davvero detestabile, la prova vivente della lordura fatta emergere con la Rivoluzione Francese. Comunque, tanto per cronaca, il duca di York, Federico Augusto, magari non avrà ottenuto grandi successi sul campo ma attuò notevoli riforme nell’amministrazione dell’esercito, riforme fondamentali nel costruire la superiorità britannica sulle armate napoleoniche. Mi sembra un libro ottimo e molto scorrevole, la cui unica pecca consiste in una storia d’amore troppo frettolosa. Indeciso tra cinque e quattro stelle.
A chi sarebbe mai venuto in mente? Richard Sharpe è in realtà l'alter ego di Oliver Twist! Ma se Oliver riesce alla fine a trovare una vera famiglia e a vivere felice e contento, il suo fratellino minore Richard non è altrettanto fortunato. Scappato dall'orfanotrofio e arruolatosi disperatamente nell'Esercito di Sua Maestà Britannica, celebrata banda di eroi-desperados, per non essere impiccato in seguito ad un omicidio, ritorna da adulto sui suoi passi, e la sua ira visita i vecchi aguzzini. La parte iniziale del libro è eccessivamente plasmata sul romanzo di Dickens per trattarsi di semplice ispirazione: l'orfanotrofio, la sbobba sulle piccole ciotole, il duro lavoro a srotolare con le manine sanguinanti i consunti intrichi di corda dei docks, l'ufficiale-aguzzino della parrocchia sono esattamente quelli di Oliver Twist. La seconda parte del romanzo è improntata al consumato modulo di cappa e spada, impreziosito, oltre che dai triti cliché di eroismo, amore focoso, ufficiali-antagonisti bastardi e dandy, dall'elemento meno ricorrente dello spionaggio. Merito dell'autore è l'essersi concentrato sul barbaro bombardamento inglese di Copenaghen, soprattutto se si considera che Cornwell non è affatto restio, quando può e cioè molto spesso, a farsi trombettiere del nazionalismo inglese (non britannico: Scozzesi, Gallesi, ma soprattutto i bastardi papisti Irlandesi non sono messi spesso in buona luce). Unica porzione interessante del romanzo è quella a cerniera tra la prima parte e la seconda, che descrive le peregrinazioni di Sharpe a Londra, un bozzetto che non ha nulla da invidiare a Dickens. Il resto è il solito Cornwell, sempre piacevole da leggere come diversivo, ma sempre anche piatto e ripetitivo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nel 1807 la Danimarca disponeva della seconda flotta mercantile più grande del mondo e, per proteggerla, di una agguerrita marina militare, sulle cui navi avevano messo gli occhi i francesi che avevano perso gran parte delle loro nella battaglia di Trafalgar. I servizi segreti inglesi, per impedire l'operazione francese, chiesero ai danesi di affidare la propria flotta alla custodia inglese e di fronte al loro rifiuto Copenaghen fu presa a fuoco e fiamme.
Su questo scenario storico dei primi dell'Ottocento si innesta il nuovo romanzo giallo di Bernard Cornwell che, dopo I Fucilieri di Sharpe, La sfida della tigre, Assalto alla fortezza e L'eroe di Trafalgar, torna con una nuova avventura del tenente delle giubbe verdi, Richard Sharpe, qui "in trasferta" con la sua flotta nei mari della Danimarca e coinvolto in una vicenda di bombardamenti, amori e tradimenti inattesi.
Come una sorta di James Bond ante litteram trasposto nell'era di Nelson e Napoleone, Richard Sharpe scorta il maggiore Lavisser a Copenaghen portando con sé un'ingente somma di danaro per corrompere i regnanti danesi e convincerli a cedere alla Gran Bretagna le loro flotte. Lì però inizia la serie dei tradimenti: viene ingannato da Lavisser che collabora con i francesi, chiede aiuto all'avaro mercante Skovgaard che a sua volta è una spia per gli inglesi e, benché Sharpe sia convinto che un "soldato non deve mai sposarsi", finisce anche per innamorarsi di Astrid, la figlia di Skovgaard.
La caccia a Lavisser si snoda così attraverso l'assedio alle mura di Copenaghen prese a cannonate dagli inglesi, in un crescendo di duelli ed emozioni tra fortezze e bastioni ridotti in polvere dalle bombe e dai mortai che fanno fuoco da nord e da sud sulla città. Il tutto si trasforma in una sporca guerra segreta di spie e traditori, dove non mancano i colpi di scena e un finale incandescente.
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