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ho letto altri libri sull'argomento, questo e' secondo me il migliore
E' il libro più completo sul canto gregoriano scritto negli ultimi 50 anni. L'aggiornamento e la traduzione italiana fatti da Della Sciucca lo rendono preziosissimo per chiunque voglia conoscere il canto gregoriano sotto tutti i punti di vista, storico, della notazione, liturgico, delle forme, delle tecniche compositive. I numerosi e dettagliatissimi indici introdotti nell'edizione italiana permettono poi di consultarlo con rapidità e facilità.
Recensioni
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La mole di questo volume non deve assolutamente scoraggiare il lettore desideroso di essere introdotto al canto gregoriano: a Willi Apel - autore, come ricorda Giacomo Baroffio nella sua introduzione, di altri fortunati manuali, tra cui il fondamentale La notazione della musica polifonica dal X al XVII secolo, Sansoni, 1984 - bisogna infatti riconoscere una grande capacità didattica, unita al pregio impagabile di un'esposizione piana e gradevole, che procede passo passo, con dovizia di esempi malgrado qualche ridondanza. Questo libro può dunque rivolgersi a un pubblico più o meno esperto: chi già si occupa di musica liturgica avrà a disposizione un completo promemoria sulle strutture dei canti e sul loro inserimento all'interno del rito; chi si avvicina all'argomento per la prima volta verrà introdotto gradualmente a una materia degna di attenzione, in quanto si tratta della prima espressione della nostra cultura musicale, in definitiva delle radici di tutta la musica occidentale. La trattazione non è solamente musicale: i primi capitoli riguardano l'evoluzione della liturgia - a partire dalle sue radici pre-cristiane -, la struttura del rito - dall'anno liturgico alla singola giornata -, la descrizione delle fonti. Segue una presentazione dei caratteri generali del canto gregoriano: i testi intonati - divisi tra salmodici e non-salmodici -, il sistema di scrittura musicale, ovvero la cosiddetta "notazione neumatica", la tonalità, con una chiara spiegazione di quelli che erano i "modi ecclesiastici", cioè le otto scale sulle quali si strutturavano le melodie, e infine le forme di esecuzione dei canti, quali la salmodia diretta, responsoriale e antifonica. Solo a questo punto dell'esposizione Apel intraprende una minuziosa analisi stilistica, dal più semplice recitativo liturgico alle composizio- Alessandra Fiori
scheda di Fiori, A. L'Indice del 1999, n. 05
ni libere suddivise per genere (Introi-
ti, Comunioni, Offertori, Graduali, ecc.); aggiunge a essa un'utile appendice (musicale e metrico-testuale) su altre forme di componimento poetico adottate nella liturgia: gli inni, i tropi, le sequenze. I capitoli IV e V di questa terza e ultima parte, aggiunti al testo originario di Apel, sono stati redatti da due suoi illustri allievi e riguardano rispettivamente il canto ambrosiano (Roy Jesson) e il canto romano-antico (Robert J. Snow). Ancora a proposito di integrazioni, una nota di merito va al curatore del volume, che, oltre ad aver messo a disposizione dello studioso una bibliografia estremamente accurata, ha aggiornato i primi capitoli relativi alla liturgia con le modifiche successive al Concilio Vaticano II.
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