L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Si legge in una giornata, è costruito mirabilmente, con stile narrativo sobrio e con ritmo avvincente. Non c'è una pagina, anzi, nemmeno una parola, di troppo. Tutto funziona: l'intreccio, i personaggi, i dialoghi e la lingua. Sarebbe un perfetto soggetto cinematografico del tipo "thriller psicologico".
Nella Napoli dell' 800 dove l'esistenza è tirata coi denti, i vicoli brulicanti di vita e miseria, i nobili ammazzano la giornata al circolo parlando di donne e cavalli, si svolge una vicenda che, semplice all'inizio, via via si complica, si ingarbuglia, annoda la vita di persone tra loro sconosciute, prende la mano al suo protagonista e lo trasporta di luogo in luogo, di malefatta in malefatta con la forza ineluttabile del destino, in un crescendo di tensione fino all'esplosione finale. Introspezioni psicologiche profonde, colpi di scena che si susseguono freneticamente, suspense continua che avvince il lettore, lo lega e lo trascina verso la conclusione. Nessuna pagina è di troppo in questo piccolo gioiello scintillante, perfetto e imperdibile.
“Il cappello del prete” è una storia napoletana raccontata da De Marchi “con mente lucida, disciplina stilistica e accorta capacità di saper mescolare e distinguere, finzione e realtà, gioco e spavento, fascinazione e distacco”. La trama del libro è lineare. In una sontuosa e fatiscente villa ai piedi del Vesuvio, si consuma un delitto intorno a cui ruota tutta la storia. Il barone Carlo Coriolano di Santafusca, travolto dai debiti e dalle ipoteche, uccide con ferocia l’avaro prete Cirillo, arricchitosi con la pratica dell’usura e il gioco del lotto, per impadronirsi dei suoi soldi. L’incontrollato evolversi degli avvenimenti, il procedimento investigatorio, la diabolica vitalità del cappello, l’angoscia crescente del barone, sono gli elementi di questo giallo, “in cui le causalità giocano spregiudicatamente contro le attese della ragione”. Al lettore, coinvolto dal susseguirsi incalzante degli avvenimenti, non resta che attendere con ansia e curiosità la sconvolgente conclusione della vicenda, in cui il colpevole è smascherato non dall’acume degli investigatori, ma dai soprassalti della sua stessa coscienza. Il libro come acutamente rileva Toni Iermano nella sua bella introduzione, è il “risultato di una svolta stilistica e di una laboriosa riflessione letteraria e può essere considerato uno dei più intriganti romanzi ambientati nel contesto napoletano”. TINO COBIANCHI
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
recensioni di Cilento, A. L'Indice del 2000, n. 09
Strana storia la vicenda editoriale di Il cappello del prete del lombardo Emilio De Marchi: strana e misteriosa almeno quanto quella narrata nelle pagine del romanzo, rarissima ghost story italiana, giallo dai toni noir, indagine positiva sui danni del positivismo di moda nell'anno 1887, in cui questo piccolo capolavoro di De Marchi fu pubblicato a puntate su "L'Italia del Popolo", quotidiano milanese con spazio per romanzi d'appendice. Strana storia perché di questo libro la critica italiana si è occupata pochissimo, fatto salvo un tardivo ricordo di Contini, e perché l'autore stesso, sia pur presente in ogni brava letteratura nostrana, non occupa affatto lo spazio dovuto all'importanza della sua opera, specie considerando che un romanzo postumo di De Marchi, Redivivo, fu il modello diretto e dichiarato di Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello. Strana ma infine fortunata storia editoriale, perché grazie all'editore Avagliano e alla cura preziosissima di Toni Iermano questo piccolo gioiello d'indagine romanzesca torna oggi a essere rintracciabile in un'edizione che risponde a quella considerata filologicamente definitiva del 1891, ma che conserva in apertura la significativa prefazione dell'autore uscita nella prima edizione in volume del 1887.
In pieno dominio zoliano scrive De Marchi che Il cappello del prete è "romanzo d'esperimento" e non romanzo sperimentale, rivendicando l'autonomia del romanzo d'appendice italiano e la qualità dei lettori, che forse non si nutrono solo di "incongruenze e di sozzure", ma sanno anche apprezzare la buona scrittura: "l'arte è cosa divina", conclude l'autore, "ma non è male di tanto in tanto scrivere anche per i lettori". E la fortuna editoriale presso i contemporanei fu grande: centomila i lettori che De Marchi segnala e che gli danno giustamente modo di gettare frecciate verso una letteratura troppo elitaria, che non scrive storie che interessino il pubblico. Cominciava insomma in quegli anni una querelle che la nostra letteratura ha trascinato, variato, reso questione di mercato per tutto il secolo successivo, e che a tutt'oggi è motivo di non poca discussione: non è un caso che Raffaele Crovi, nel tracciare una storia del giallo in Italia, designi quale capostipite del genere proprio questo romanzo di De Marchi. Ma se De Marchi è in fondo il nonno (ma di che maggiore qualità!) di tanto nostro noir contemporaneo, non bisogna però trascurarne le qualità strettamente letterarie che a dispetto dell'occhio strizzato al pubblico pervadono Il cappello del prete: è Toni Iermano a sottolineare come i punti migliori del romanzo siano proprio nel tratteggio della psicologia del protagonista, 'u barone Coriolano di Santafusca, barone darwiniano, come lo definisce l'autore, che da un positivismo al limite del nichilismo ricava un'arma che l'autorizza ad ammazzare per interesse un ricchissimo prete usuraio.
Attorno alla vicenda si scatenano i temi del lotto (e la scena della vincita di un gruppo di poveracci è forse tra le più napoletane e verisimili del milanese De Marchi), della superstizione, del soprannaturale: preti che compaiono come ombre minacciose, avvertimenti, segnali e, soprattutto, il nominato cappello del prete che assume valore di prova giuridica, di segno della coscienza e di oggetto fantasmatico e lugubre. Le qualità di De Marchi sono molte: l'intreccio, fittissimo e senza inciampi (inciampi frequenti nei narratori italiani intenti a scimmiottare un genere romanzesco che di solito non frequentano), la tensione morale, l'abilità descrittiva, che si esplica soprattutto nelle scene ambientate nella villa dei Santafusca, villa vesuviana carica di echi letterari e misteriosi, nelle marine azzurrissime ai cui margini spuntano teschi, negli improvvisi temporali, nelle strade polverose, nei ritratti di un'umanità povera ma dignitosa. E se è vero, come suggerisce Iermano, che la Serao e Fucini sono modelli noti e ravvicinati per l'autore, vero è anche che la capacità d'invenzione è tutta autonoma: non si può non guardare la scritta "il cappello del prete" comparire più volte in spazio grafico autonomo sulla pagina (tirata in ballo da giornali e da vari espedienti destinati ad acuire l'ossessione di 'u barone) senza percepire un indizio tutto lombardo prefuturista e vagamente scapigliato. In definitiva, un romanzo d'ambiente, un giallo, un noir moderno e appassionante, ma soprattutto un romanzo godibile cui non pesa la definizione di classico.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore