Compositore russo. Di famiglia agiata, visse a Pietroburgo, dove dal 1831 fu impiegato del demanio. Sostanzialmente autodidatta, si valse dei consigli di Glinka, che fece maturare in lui la decisione di dedicarsi esclusivamente alla musica. Impostosi all'attenzione del pubblico con l'opera Russalka (1856), su un poema di Puskin, entrò in stretti rapporti con i musicisti del Gruppo dei Cinque e al pari di questi si impegnò nell'approfondire musicalmente una tematica nazionale, scostandosi dai moduli occidentali allora imperanti nel suo paese. Nel 1866 pose mano a Il convitato di pietra (da Puskin): quest'opera, rimasta incompiuta (venne terminata da C. Cui e orchestrata da Rimskij-Korsakov nel 1872), costituisce il tentativo più avanzato di D. per la creazione di un dramma musicale non tradizionale, basato essenzialmente sulla valorizzazione del recitativo. Compose anche un centinaio di liriche (alcune notevoli per vigore realistico e intensità espressiva) e pezzi per orchestra.