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Le Mani - Microart's 2006brossura, 27x24 cm, 136 pp Volume nuovo da giacenze di magazzino ancora nel cellphane editoriale Per ogni problema, domanda, foto o necessità non esitate a contattarci per risolvere ogni vostra richiesta! 33E-07 . . . Ottimo (Fine). . . .
I volumi dedicati ai generi cinematografici non mancano certo: ce ne sono di teorici, di storici, di linguistici e addirittura di fotografici. Del resto, la possibilità di categorizzare la propria passione utilizzando (e talvolta coniando) etichette sempre nuove è una grande tentazione, e non riguarda soltanto il cinema. La settima arte, insieme alla musica pop, è però la forma d'espressione che più si è divertita a suddividere la propria produzione in una miriade di generi che, con il tempo, si sono evoluti, trasformati, fusi l'uno nell'altro attingendo anche, di volta in volta, dalla tradizione letteraria, teatrale, musicale e persino fumettistica.
Il western, ad esempio, che è stato per molti decenni il simbolo del cinema americano classico, negli ultimi trent'anni ha ceduto il passo all'action movie ed è oggi visitato di rado, perlopiù nell'ambito di operazioni nostalgico-revivalistiche. Renato Venturelli, che in numerose occasioni ha affrontato il problema dei generi con opere dedicate al horror, al poliziesco, al "musicarello", al cinema gangsteristico e a quello operistico, si è ora lanciato in un'impresa assai curiosa e stimolante: la pubblicazione di una sorta di annuario che faccia il punto sul cinema di genere indagando le sottocategorie di nuova creazione e le proposte innovative provenienti dai paesi più diversi. Il volume 2006 si apre così con un'intervista di Giona A. Nazzaro ed Emanuele Sacchi a Walter Hill, uno dei pochi protagonisti del western contemporaneo, per proseguire poi con un'interessante saggio di Renzo Trotta dedicato al "neo-peplum" (i recenti Il gladiatore, Troy e Alexander sembrano aver rinnovato la curiosità per un genere che pareva scomparso). Si continua con un bello studio di Anton Giulio Mancino sulla "teoria del complotto", che prende le mosse da The Manchurian Candidate di Jonathan Demme, e si giunge a un'esplorazione delle commedie e dei thriller americani degli ultimi anni curata rispettivamente da Simone Emiliani e Roberto Lasagna.
Non mancano sguardi retrospettivi dedicati a figure centrali come Claude Chabrol (di Aldo Viganò), Roger Corman (di Giuseppe Turroni) e Phil Karlson (dello stesso Venturelli). L'ultima sezione del volume è invece tutta orientale. D'altra parte non si può negare che le cinematografie giapponesi, hongkonghesi e coreane abbiano profondamente segnato il cinema di genere contemporaneo (si pensi anche solo, banalmente, al tarantiniano Kill Bill). Alessandro Borri ci offre così un ritratto dell'attore-regista Stephen Chow (intervistato poi da Andrea Tagliacozzo), mentre Emanuele Sacchi ripercorre la storia della giapponese Nikkatsu con particolare riferimento alla sua produzione action. Lo stesso Sacchi, con Nazzaro e Pierpaolo Vigevano, intervista poi due protagonisti della Nikkatsu: Shishido Jo e Masuda Toshio. Il volume si conclude con un necessario studio dei thriller e horror coreani firmato da Matteo Di Giulio e Stefano Locati. L'annuario curato da Venturelli si segnala dunque per la sua capacità di esplorare territori nuovi o sottovalutati, offrendo al lettore sguardi attenti e mai banali sul cinema di oggi. Un'opera che consigliamo vivamente non soltanto agli appassionati e che ci auguriamo di poter trovare ogni anno in libreria.
Stefano Boni
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